Roma, 3 dic. (LaPresse) – “Si propone di fare fronte al gravissimo allarme sociale (con pesanti ricadute economiche) provocato dalla diffusione di notizie sullo stato di contaminazione dei terreni agricoli campani e su eventuali pericoli per la salute umana di alcuni prodotti agroalimentari di quella regione”. Queste le parole con le quali, nel documento redatto al termine del Consiglio dei ministri odierno, si introducono le nuove norme stabilite dal governo per far fronte alla così detta emergenza della Terra dei Fuochi. “È urgente e fondamentale – si legge ancora – acquisire una fotografia ufficiale della situazione attraverso una mappatura delle aree che individui quelle interessate da fenomeni di inquinamento tali da rendere necessaria la limitazione della coltivazione”.
Nel documento del Cdm si legge che è stato quindi introdotto il reato di “combustione illecita di rifiuti”. “La norma – si legge – ha l’obiettivo di introdurre sanzioni penali per contrastare chi appicca i roghi tossici, oggi sanzionabili solo con contravvenzioni. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni”.
“Se i delitti sono commessi nell’ambito dell’attività di un’impresa – fanno ancora sapere dal Consiglio dei ministri – o comunque di un’attività organizzata, la pena é aumentata di un terzo. La pena è aumentata se i fatti sono commessi in territori che, al momento della condotta e comunque nei cinque anni precedenti, siano o siano stati interessati da dichiarazioni di stato di emergenza nel settore dei rifiuti (è il caso della Campania). Se per la commissione dei delitti sono utilizzati mezzi di trasporto, si applica la confisca. Alla sentenza di condanna consegue la confisca dell’area sulla quale è commesso il reato, se di proprietà dell’autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi”.