Cancellieri, Camera boccia la sfiducia. Il ministro: Nessun favoritismo

Roma, 20 nov. (LaPresse) – La Camera ha bocciato la mozione di sfiducia presentata dal M5S nei confronti del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri per il caso Fonsai. Sono stati 405 i voti contrari, 154 quelli favorevoli e tre le astensioni. Il Pd, dopo un acceso dibattito interno, ha deciso di votare contro, ma sono in molti che auspicano comunque un passo indietro del Guardasigilli. A partire da Pippo Civati, che ha detto di adeguarsi alla decisione del Congresso, ma di non approvarla. “Rispetto le parole del segretario Epifani, ma dopo aver ascoltato il ministro mantengo il disagio che ho espresso nei giorni scorsi. Mi unirò al voto del Pd per rispetto della disciplina di partito come fanno anche altri gruppi”, ha affermato, intervenendo nel corso delle dichiarazioni di voto. Cancellieri, durante la discussione in Aula, si era difesa ribadendo la correttezza del suo comportamento.

CANCELLIERI: NON HO MENTITO. “Non ho mentito al Parlamento né ai magistrati sugli aspetti che avrebbero potuto chiarire la vicenda. Tutto quello che mi viene contestato è smentito dai fatti e dai pm”. Il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri si difende così alla Camera intervenendo durante la discussione generale sulla mozione di sfiducia presentata dal M5S nei suoi confronti dopo il caso Fonsai. E attacca chi le chiede di dimettersi. “Non vi è stato nessun favoritismo avvenuto dall’alto. Questo è ciò che dicono i fatti”, spiega sottolineando che “non esiste una giustizia di classe, non esistono detenuti si serie A e di serie B. Respingo visioni preconcette e colpevoliste a ogni costo. I miei doveri di ministro e la mia coscienza non mi avrebbero consentito di comportarmi in questo caso in maniera diversa rispetto a quelli che per altre strade arrivano ogni giorno alla mia attenzione”. Poi il Guardasigilli, che si dice “intimamente addolorata”, analizza il suo rapporto con Antonio Ligresti. “Non ho mentito sulla mia amicizia, siamo amici da molti anni ed è amico di mio marito”, aggiunge Cancellieri, ma “nel processo relativo a Fonsai Antonio Ligresti non è stato mai indagato o ha avuto un ruolo. Non ha rapporti di affari con il fratello Salvatore”. Il ministro della Giustizia dice di respingere “l’automatismo secondo cui da un’amicizia” derivino “favoritismi o addirittura abusi del ruolo da me ricoperto”. Poi conclude confermando la sua intenzoine di non dimettersi: “Se avessi avuto solo un dubbio sulla correttezza del mio operato non avrei atteso un istante a lasciare ad altri il mio incarico. Sento la necessità di manifestare la mia amarezza per questa vicenda che ha avuto risvolti che hanno toccato il mio onore e quello della mia famiglia”.