Roma, 4 nov. (LaPresse) – “Non mi faccio intimidire dal metodo Boffo”. A parlare, in un’intervista al ‘Messaggero’, è il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri commentando il suo coinvolgimento nel caso Fonsai. Cancellieri cita un quotidiano che le “attribuisce proprietà mai avute e stipendi mai percepiti” solo “per alimentare il sospetto di presunti favori che con esistono. O per gettare fango. Ho trascorso la mia vita da funzionario dello Stato. Sono disgustata”. Il ministro spiega che non getta la spugna e che ha intenzione di querelare e andare avanti, ma “se il mio servizio non va bene, non sono certo attaccata alla poltrona”. “Sì – dice Cancellieri – se me lo chiedessero lo farei un passo indietro, ma dovranno anche spiegare al Paese il perché di ciò. Non consento che si passi sopra il mio onore”. Sulla ormai famosa telefonata a Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, Cancellieri spiega: “Quando sei nell’emotività non pesi le parole. Io so benissimo che i telefoni possono essere intercettati. Ma quando ci sono di mezzo certi valori affettivi, quando vuoi dire a una persona che l’abbracci e che ti dispiace del suo dolore, lo fai. Poi ognuno può leggerle come vuole quelle parole. Non posso rinunciare ad essere un essere umano”. Ma il ministro precisa che le sue parole non sono state seguite da un comportamento scorretto: “Il mio interessamento ad una donna anoressica, che rischiava il suicidio, non ha di certo inciso sulla decisione della magistratura, come ha spiegato lo stesso procuratore Caselli”.