Roma, 30 ott. (LaPresse) – Per un solo voto di scarto, 7 favorevoli e 6 contrari a strettissima maggioranza quindi, la giunta per il Regolamento ha detto sì al voto palese da adottare in aula al Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Decisiva Linda Lanzillotta di Scelta civica che fino a ieri non aveva ancora ufficializzato la sua posizione.
Forte la reazione del partito del Cavaliere. “La decisione di Scelta civica e Pd di sostenere il voto palese insieme al Movimento 5 Stelle è la violazione del principio di civiltà che regola, da decenni, il voto sulle singole persone e i loro diritti soggettivi”. Lo dice in una nota il vicepremier e segretario del Pdl Angelino Alfano. “E ora, innanzitutto in sede parlamentare, lì dove si è consumato questo sopruso, sarà battaglia per rispristinare il diritto alla democrazia”, conclude Alfano.
A indirizzare la senatrice Lanzillotta verso il sì, la lettura fatta nel corso della lunga riunione dell’organismo parlamentare, presieduto da Pietro Grasso. In sostanza il parere votato e che verrà consegnato al giudizio dell’aula è quello che vede il voto sulla decadenza come un voto non alla persona ma allo status di parlamentare.
La questione sulla modalità del voto al Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi potrebbe non essersi esaurita con il sì per il voto palese espresso dalla Giunta per il Regolamento. Il giorno in cui in aula di Palazzo Madama si dovrà votare sulla decadenza del Cav. da membro del Senato 20 senatori del plenum potrebbero chiedere il voto segreto. Su tale richiesta dovrebbe essere il presidente del Senato Pietro Grasso a decidere. Una decisione che, per il costituzionalista ed ex senatore Stefano Ceccanti, probabilmente andrebbe a confermare la scelta del voto palese fatta dalla giunta per il Regolamento o potrebbe portare a sentire nuovamente la giunta stessa, che però, se non si verificano cambiamenti di orientamento al suo interno, si esprimerebbe nuovamente per la votazione palese.
Diversa invece la questione dell’ineleggibilità e dell’incandidabilità che va a toccare appunto la persona, e secondo il regolamento di palazzo Madama necessita di uno scrutinio segreto. Ciò non toglie che al momento della discussione nell’emiciclo di palazzo Madama sulla vicenda dell’ex premier si possa presentare un ordine del giorno, firmato da almeno 20 senatori e motivato, nel quale si richiede invece il silenzio dell’urna. In quel caso il presidente Pietro Grasso rimetterebbe al giudizio dell’assemblea la richiesta. Adesso si attende solo la calendarizzazione del voto, che dovrà essere stabilito da una conferenza ad hoc. Secondo i rumors circolati in Senato questa mattina il presidente Grasso voleva convocare la riunione dei presidenti di gruppo già al termine del voto in giunta e fissare la data tra il 4 e il 15 novembre prossimi.
Silvio Berlusconi, appresa la notizia della decisione della Giunta per il Regolamento, che ha deciso per il voto palese in aula al Senato, ha annullato il pranzo con i ministri del Pdl in programma o già da ieri. Secondo quando riferiscono fonti interne al partito, l’ex premier era già “irritato” per come stavano andando i lavori della giunta.
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