Roma, 25 ott. (LaPresse) – Dopo meno di due ore di riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl a Palazzo Grazioli,l’annuncio: sospesa l’attività del partito, rinasce Forza Italia. La decisione di tornare a Forza Italia è stata votata all’unanimità. Assenti al vertice solo in sei: il coordinatore del partito Sandro Bondi, impegnato all’estero, e i filogovernativi Angelino Alfano, Roberto Formigoni, Carlo Giovanardi, Maurizio Sacconi e Renato Schifani. Nella rinata Forza Italia, è stato affidato a Silvio Berlusconi “pieno mandato politico e giuridico” per attivare “le necessarie procedure, anche attraverso le convocazioni degli organi statutari, per l’attuazione di questa Deliberazione Politica e gli conferisce le responsabilità connesse alla guida del Movimento per definire obiettivi, tempi e modi della nuova fase di attività secondo lo Statuto di Forza Italia”.
Nel documento diffuso al termine dell’ufficio presidenza, che conta 8 punti, si legge che il partito continuerà a sostenere il Governo “nel rispetto degli impegni programmatici assunti al momento dell’insediamento” ma che giudica “assolutamente inaccettabile la richiesta di estromissione dal Parlamento italiano del leader del centro-destra, sulla base di una sentenza ingiusta ed infondata e sulla base di una applicazione retroattiva di una legge penale”. L’ufficio di presidenza, inoltre, “denuncia la persecuzione politica, mediatica e giudiziaria in corso da vent’anni contro il Presidente Silvio Berlusconi eletto liberamente e democraticamente da milioni di cittadini italiani. Un attacco che colpisce al cuore la democrazia, lo Stato di diritto, e il diritto alla piena rappresentanza politica e istituzionale di milioni di elettori”.
Il Pdl ribadisce poi, sempre nello stesso comunicato, che continua ad aderire al Partito Popolare Europeo e che si impegna per la riforma della giustizia, per la riforma presidenzialista delle istituzioni e per un “limpido bipolarismo, che veda un centrodestra liberale e riformatore alternativo alla sinistra italiana, come accade in tutti i Paesi dell’Occidente avanzato”. Inoltre l’ufficio di presidenza conferma l’impegno assunto in campagna elettorale “a battersi per un rilancio vero della nostra economia, in primo luogo attraverso una significativa riduzione della spesa pubblica e una corrispondente forte riduzione della pressione fiscale che grava su famiglie, imprese e lavoratori”.