Roma, 25 ott. (LaPresse) – Rinvio o disertiamo l’ufficio di presidenza di oggi a palazzo Grazioli. Sembra questa la posizione presa dalle colombe, guidate dal segretario Angelino Alfano. In questo momento infatti il vicepremier e i ministri del Pdl sono a colloquio con Berlusconi, con tutta l’intenzione di far slittare la riunione che dovrebbe sancire il passaggio dal Popolo delle Libertà a Forza Italia. Ancora da sciogliere però il nodo sull’organigramma della rinata Fi, che secondo lo statuto non prevede la figura del segretario politico. Una norma vista favorevolmente dai cosiddetti ‘lealisti’ di Raffaele Fitto che vogliono infatti la cancellazione di tutte le cariche. Secondo quanto riferiscono fonti interne al partito, il Cavaliere sarebbe disposto ad accontentare i falchi, ma dando ad Alfano la vicepresidenza del partito. Una soluzione che non piace ai filogovernativi, inaspriti soprattutto dalle convocazioni di soli 24 componenti, più Alfano, per l’ufficio di presidenza di oggi. Nella lista infatti figurano più falchi che colombe. Una soluzione quindi che porterebbe Forza Italia lontana dai progetti del segretario politico del Pdl. Ecco allora le prime defezioni all’appuntamento di questo pomeriggio.

Roberto Formigoni intercettato alla Camera conferma: “Non andrò all’ufficio di presidenza di oggi perché non lo ritengo sufficientemente rappresentativo” e inoltre, aggiunge l’ex governatore lombardo “la modalità con la quale è stato convocato, con Alfano all’estero, fa presumere una rottura traumatica”. Dello stesso avviso Carlo Giovanardi che non “è interessato alla rinascita di Forza Italia. Voglio rimanere nel partito in cui sono stato eletto”. Molto più diretto Maurizio Sacconi che in una nota lancia un appello al Cavaliere: “rinviare l’odierno ufficio di presidenza del partito in quanto possibile fonte di divisioni”.

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