Roma, 25 Ott. (LaPresse) – Un solo obiettivo, l’unità del partito, ma strade diverse da percorrere per raggiungerlo. Questo il riassunto della riunione durata oltre due ore a palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, accompagnato dai ministri del Pdl. Il lungo incontro, raccontano alcuni partecipanti, è stato sereno con il Cavaliere convinto del passaggio dal Pdl e Forza Italia, a cui dà una importanza strategica quando si tornerà alle urne. Dal canto suo Alfano ha ribadito la volontà di credere e volere l’unità della rinascita politica di Fi ma non ha escluso la formazione di gruppi indipendenti in Parlamento. Per il momento l’unico risultato certo è la prova di forza delle colombe con la decisione di disertare l’ufficio di presidenza, attualmente in corso a Grazioli. Il segretario resta comunque in attesa dell’esito della riunione, riunito a palazzo Chigi, con i ministri del Pdl.

ALFANO: NON PARTECIPO PER UNITA’ PARTITO. “Il mio contributo all’unità del nostro movimento politico che mai ostacolerò, per ragioni attinenti ai miei ruoli personali – ha detto Alfano annunciando che non avrebbe partecipato al vertice – è di non partecipare, così come faranno gli altri colleghi, all’ufficio di presidenza che ha il compito di proporre decisioni del consiglio nazionale sarà chiamato ad assumere”. “Sono convinto – ha proseguito il segretario politico del Pdl – che il tempo che ci separa dal Consiglio nazionale consentirà al presidente Berlusconi di lavorare per ottenere l’unità”.

SCHIFANI: ORA AL LAVORO PER SCELTE CONDIVISE. Sulla stessa lunghezza d’onda del vicepremier Alfano anche il capogruppo dei senatori del Pdl, Renato Schifani, il quale ha spiegato di condividere “il passaggio dal Pdl a Forza Italia”, ma di aver preferito disertare l’ufficio di presidenza “avendo appreso che alcuni componenti di questo organismo non parteciperanno, denotando in questo modo l’esistenza di opinioni politiche diverse all’interno del Pdl”. “Adesso – ha aggiunto Schifani – lavorerò affinchè nel prossimo Consiglio Nazionale si giunga a scelte ampiamente condivise, continuando nel mio impegno quotidiano per garantire l’unità del Partito, che ci ha sempre consentito, grazie al nostro indiscusso leader Silvio Berlusconi, il raggiungimento di prestigiosi traguardi nell’interesse del Paese”.

I GRANDI ASSENTI ANNUNCIATI. Per tutta la giornata le ‘colombe’ del Pdl hanno chiesto di rinviare l’ufficio di presidenza, che dovrebbe sancire il passaggio dal Popolo delle Libertà a Forza Italia. Da sciogliere, però, il nodo sull’organigramma della rinata Fi, che secondo lo statuto non prevede la figura del segretario politico. Una norma vista favorevolmente dai cosiddetti ‘lealisti’ di Raffaele Fitto che vogliono infatti la cancellazione di tutte le cariche. Secondo quanto riferiscono fonti interne al partito, il Cavaliere sarebbe disposto ad accontentare i falchi, ma dando ad Alfano la vicepresidenza del partito. Una soluzione che non piace ai filogovernativi. Tra i grandi assenti di questa sera, oltre ad Alfano e Schifani, anche Roberto Formigoni, Carlo Giovanardi, Maurizio Sacconi e Sandro Bondi, impegnato all’estero.

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