Roma, 19 ott. (LaPresse) – Le sue dimissioni da presidente di Scelta civica sono irrevocabili, ma di una cosa il senatore a vita Mario Monti è convinto: “Senza di noi, il Pdl avrebbe la maggioranza alla Camera e al Senato, Berlusconi sarebbe diventato a sua scelta presidente della Repubblica o presidente del consiglio, e avrebbe deciso da chi sarebbe stata occupata l’altra posizione”. L’ex premier lo afferma in un’intervista al ‘Corriere della sera’ in cui spiega i motivi delle sue dimissioni: “Serviva una ventata che spazzasse via la nebbia, al cui riparo undici senatori, più un senatore al governo, operavano per uno snaturamento di Scelta civica. In particolare due capitani di lungo corso: il senatore Pier Ferdinando Casini e il ministro Mario Mauro, più altri improbabili compagni di viaggio”. Monti spiega che il contrasto interno al partito è dato dalla differenza “tra una politica dei contenuti, l’unica che interessa a noi, e una politica tipo GPS, cioè dei posizionamenti, degli schieramenti, l’unica che forse interessa ad altri, sopraffini professionisti della politica”. Secondo il senatore a vita, Mauro e Casini snaturano scelta civica dissolvendo il movimento “in un nuovo soggetto ‘moderato’, aperto a quanto pare anche al Pdl, senza badare troppo se questo si sia veramente emendato di quelle personalità, di quei valori e di quelle linee politiche che sono molto diverse da quelle su cui si è costituita Scelta civica”. Monti dilettante della politica? “Se i professionisti sono gli specialisti di slalom – risponde l’ex presidente del Consiglio – allora mi considero un dilettante”.

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