Roma, inchiesta appalti bus: indagato Gianni Alemanno

Roma, 9 ott. (LaPresse) – Estorsione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione, favoreggiamento e finanziamento illecito ai partiti. Con queste accuse l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno è indagato insieme ad altre persone dalla procura di Roma. L’inchiesta riguarda le presunte irregolarità nella fornitura di 45 filobus al Comune da parte della parte della Breda-Menarini.

Con Alemanno, che nella fattispecie è indagato per finanziamento illecito, nel fascicolo, compare anche l’ex presidente di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini. Il fascicolo è nella mani del pm Ielo. I reati ipotizzati sono a seconda delle posizioni.

“Per quello che mi risulta si tratta della coda di una vecchia inchiesta. Un atto dovuto per i necessari approfondimenti da parte degli inquirenti. Sono sereno e ho fiducia nel lavoro della magistratura”. Lo dichiara in una nota Gianni Alemanno.

L’indagine sui filobus ha già visto uno stralcio con cui è stato chiesto il rinvio a giudizio di Riccardo Mancini, ex Ad Ente Eur, e Patrizio Monaco, dirigente Ati, aggiudicataria dei lavori del ‘Corridoio Laurentino’. I due sono accusati, nel fascicolo davanti al gup, di tentata estorsione per avere minacciato Alessandro Filabozzi, manager di un consorzio di trasporti, al fine di indurlo a rinunciare alla presentazione di un ricorso al Tar contro l’aggiudicazione dell’appalto da parte dell’Ati. Nella proroga delle indagini risultano indagati anche Mancini, Monaco, l’ex presidente di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini, il commercialista Marco Iannilli, gli imprenditori Roberto Angelo Ceraudo; Pietro Di Paoloantonio, ex assessore regionale del Lazio; l’imprenditore Edoardo D’Incà Levis; l’imprenditore Francesco Subbioni; il manager Fabrizio Franco Testa. L’indagine sarebbe scaduta il 19 ottobre, ma con l’autorizzazione del giudice ora gli inquirenti potranno svolgere verifiche per altri sei mesi.

L’inchiesta sui cosiddetti ‘appalti bus’ della procura di Roma, nell’ambito della quale risultano indagati l’ex sindaco, Gianni Alemanno (il sindaco è indagato per finanziamento illecito ai partiti) e altre 19 persone, riguarda una fornitura di 45 filobus da parte della Breda Menarini vincitrice di una commessa di 20 milioni di euro per il Comune di Roma. Un appalto bandito a marzo 2008 e aggiudicato a novembre. Filobus mai utilizzati e destinati ad entrare in funzione nel cosiddetto ‘corridoio della mobilità Laurentin’; nel 2009 sarebbe stata pagata la tangente frutto del meccanismo delle sovrafatturazioni.

I soldi della tangente “erano destinati alla segreteria di Alemanno”, aveva detto al gip di Roma, Stefano d’Aprile, Edoardo D’Incà Levis, imprenditore italiano 59enne residente a Praga, incaricato di bonificare le tangenti dall’ex ad Ceraudo di Breda Menarinibus, società di Finmeccanica. Nel corso dell’interrogatorio, avvenuto l’8 gennaio, l’imprenditore aveva spiegato al Gip che Roberto Ceraudo, ad della Breda Menarinibus arrestato, “fece riferimento alla ‘segreteria di Alemanno’ come destinataria delle risorse finanziarie”. “Quattro distinti fatti-reato”, aveva scritto il gip Stefano D’Aprile nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Riccardo Mancini. Il più importante è quello di avere ricevuto nel 2009 una mazzetta di 500mila dei 600mila euro versati da Breda Menarini per la fornitura di bus per Roma Metropolitane. I restanti 100mila euro erano destinati a Marco Iannilli, commercialista, già coinvolto nelle inchiesta sugli appalti di Finmeccanica.