Roma, 6 ott. (LaPresse) – “Penso che si sia chiusa una stagione politica, ritengo si siano chiusi 20 anni con un confronto politico molto forte. Belusconi ha provato a far cadere il governo ma non c’è riuscito perché l’opinione pubblica non ha voluto, tra cui anche gli elettori del Pdl. Ho preso un rischio perché non ho accettato mediazioni”. Così il premier Enrico Letta a ‘L’intervista’ con Maria Latella su Sky. Per il premier quindi, il vincitore di questa settimana politica cruciale è Angelino Alfano. “Non si ricomincia” con la solita tarantella, ha spiegato, “la pagina è stata voltata. Alfano mi pare che oggi abbbia assunto una leadership molto forte e molto marcata. E’ stato sfidato e ha vinto la partita”. E sui cinque ministri Pdl ha aggiunto “hanno mostrato sapienza ma anche coraggio”.

LA GIRAVOLTA DI BERLUSCONI. “Sono abituato a rispettare giudizi dei giornalisti, ho subito tante critiche e atteggiamenti di sufficienza per quello che abbiamo fatto. Ma ora è sotto gli occhi di tutti: abbiamo dimostrato coraggio al momento opportuno”, ha aggiunto Letta che poi ha spiegato il labiale immortalato dalle telecamere, che hanno catturato un “grande” detto nei confronti di Silvio Berlusconi, quando questi ha annunciato di dare la fiducia al governo di larghe intese. “Era una nota ironica. Non mi aspettavo quella giravolta. Mi aspettavo tutto tranne che quello”.

DAL 2014 BENEFICI IN BUSTA PAGA. “Bisogna che in Italia il costo del lavoro scenda, non solo per i giovani. E’ una cosa insopportabile, perché spinge il lavoro nero. La legge di stabilità ha come obiettivo la riduzione del costo del lavoro”, ha detto il premier rispondendo a una domanda sul cuneo fiscale. “Nel 2014 gli italiani avranno un beneficio in busta paga. Dobbiamo fare in modo di aiutare il lavoro stabile, lungo, e di pagare i lavoratori”.

SPESA PUBBLICA CRESCE, VA TAGLIATA. “La spesa pubblica cresce, questo è uno dei nostri grandi problemi”, ha ammesso Letta, rivendicando tagli per “1 miliardo e 700 milioni. E’ tanto ed è faticoso”. Ma la questione principale resta il finanziamento pubblico ai partiti. “Abbiamo fatto una proposta e assunto una decisione che trasforma radicalmente il finanziamento pubblico ai partiti: non più finanziamento pubblico ma il potere in mano al cittadino. Se questi non vuole dare soldi ai partiti, con il 2 per mille, non c’è nessun modo per togliergli dei soldi e darli ai partiti”. Letta si è detto pronto a un decreto legge nel caso in cui entro l’autunno “non avremo completato il percorso parlamentare della riforma del finanziamento dei partiti”. Termine ultimo per il decreto legge sul tema, ha detto Letta, è il 21 dicembre. Intanto, parlando del commissario per la spending review nominato questa settimana, ha detto: “Carlo Cottarelli è la persona giusta, vedrete. Deve fare tanto e deve fare bene perché i soldi per far diminuire le tasse si prendono dalla riduzione della spesa pubblica, dalle dismissioni del patrimonio pubblico e dal recupero dell’evasione fiscale”.

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