Roma, 4 ott. (LaPresse) – Silvio Berlusconi deve decadere dalla carica da senatore. Lo ha deciso dopo circa sei ore di camera di Consiglio la giunta per le Elezioni del Senato, riunita in seduta pubblica. Ora la palla passa all’aula del Senato. Il presidente dell’organo parlamentare e relatore della cosiddetta ‘procedura di contestazione’, Dario Stefano, ha annunciato oggi che “a maggioranza” i commissari si sono espressi a favore della decadenza. Un risultato scontato o meglio, come lo hanno definito dal Pdl, “un copione già scritto” ma con titolo, ha ribadito Paolo Bonaiuti “ingiustizia è fatta”. Lapidario il cavaliere che in una nota ha bollato la decisione dell’organo parlamentare come “indegna” con “la precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico”. Un diritto violato, ha incalzato Berlusconi “che colpisce al cuore la democrazia”. Finisce così una giornata senza grossi colpi di scena, tranne per la gaffe di Vito Crimi, senatore stellato, o meglio del suo staff, che ha postato su Facebook un foto, con relativa didascalia, che ha rischiato di far saltare i lavori della Giunta. O almeno così hanno richiesto a gran voce i senatori azzurri. Berlusconi non si presenta in seduta pubblica e non si fa rappesentare neanche dai suoi avvocati. Parla solo Salvatore Di Pardo, legale di Ulisse Di Giacomo primo dei non eletti Pdl in Molise. La giunta però non ha terminato il suo lavoro. Stefano adesso dovrà scrivere la relazione, che dovrà prima essere votata nella prossima seduta della Giunta e poi dall’emiciclo di Palazzo Madama. Il presidente Grasso infatti adesso attende la relazione di Stefano, che deve presentata entro 20 giorni dalla decisione della giunta. Sui tempi il relatore ha infatti assicurato che non passeranno “giorni” ma “ore”. Sbrigate le ultime tappe burocratiche, la giunta uscirà di scena e salirà sul palco il giudizio finale dell’aula del Senato. Qui, secondo quanto è previsto dal regolamento, i senatori si esprimeranno a scrutinio segreto. La decandeza di Silvio Berlusconi e la perdita dell’immunità sarà quindi nel decisa nel segreto dell’urna. Lì dove i senatori non dovranno dare conto a nessuno del proprio operato o della propria scelta.