Roma, 25 set. (LaPresse) – I numeri di impegno dell’Italia nelle missioni militari all’estero “diminuiranno perché per esempio nel 2014 calerà il nostro contingente in Afghanistan, dove arriveremo a circa 2000 uomini dai 5000 di questi anni. Questo perché è l’Afghanistan un Paese dove sono decuplicati gli studenti e dove sono stati costruiti molti ospedali. Non lasceremo da solo l’Afghanistan”. Queste le parole del ministro della Difesa Mario Mauro in un’intervista alla Web tv del Ministero. Nel corso dell’Intervista il ministro ha spiegato che auspica “uno scenario nel quale l’Italia sia protagonista, non per fare una politica di esibizione ma per dare un contributo alla pace alla stabilità e alla sicurezza. Il nostro Paese ha nella Costituzione il fatto di non credere nella guerra come soluzione delle controversie, ma che sa cosa significhi mettersi di mezzo”.

“Noi non vediamo in quelli che sono i protagonisti di un conflitto necessariamente i nostri nemici – ha detto ancora Mauro -. Aiutarli a dialogare vuol dire interporsi con quella forza necessaria perché siano ricondotti alla ragione ma allo stesso tempo appassionarsi a loro, aiutandoli a ricostruire. L’approccio italiano è incentrato su un umanesimo profondo”.

“L’Europa – ha affermato infine il ministro della Difesa – spende per la Difesa più di Russia Giappone e Cina messi insieme, ma i risultati non sono quelli che ci aspetteremmo da chi ha compiuto il progetto politico più importante dalla seconda metà del 900. Dobbiamo imparare a spendere meglio e a spendere insieme e per questo l’Italia ha ritenuto opportuno far sentire la sua voce e con i colleghi di Portogallo e Spagna abbiamo prodotto un documento che ricorda alla Ue che senza un livello effettivo di integrazione non ci sarà mai una piena di organicità dei sistemi di difesa europea e quindi non sarà mai protagonista”.

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