Milano, 24 set. (LaPresse) – L’ex senatore Sergio De Gregorio, ai pm di Milano, che lo hanno sentito come teste imputato in procedimento connesso nell’ambito del processo Mediatrade, ha raccontato come intervenne “in Senato” a favore di Berlusconi in relazione ad alcune “censure nei confronti dell’attività d’indagine della Procura di Milano” che venivano “dalle autorità americane e irlandesi”. Le informazioni per l’intervento in Senato, di cui De Gregorio non aveva mai parlato ai pm di Napoli, De Gregorio le aveva attinte dallo stesso Berlusconi.
L’ex senatore, sentito il 10 settembre scorso a proposito delle lentezze con le quali è stata disposta la rogatoria da Hong Kong dai giudici dell’ex protettorato britannico, ha spiegato inoltre che Silvio Berlusconi “era molto soddisfatto perché aveva saputo, non so attraverso quali canali, che la corte di Hong Kong aveva deciso di inviare una rogatoria in Italia per sentire i pubblici ministeri e che quindi la causa ad Hong Kong stava andando bene”. Gli insuccessi della procura di Milano, che tramite la rogatoria voleva approfondire la situazione di alcune società riconducibili a Frank Agrama, ritenuto socio occulto di Silvio Berlusconi, rallegrano il cavaliere. In un incontro a Palazzo Grazioli “mi ringraziò per il mio interessamento e per aver tenuto i contatti con le autorità di Hong Kong – ha aggiunto De Gregorio ai pm – mi disse anche che tutta la situazione volgeva al meglio in quanto anche in California e in Irlanda la procura si Milano aveva avuto degli insuccessi”.