Chianciano Terme (Siena), 14 set. (LaPresse) – “Berlusconi deve andarsene, la differenza è come accompagnarlo fuori”. Nicola Latorre è appena sceso dal palco della festa dell’Udc, poco prima il capogruppo del Pdl, Renato Schifani, l’ha duramente attaccato minacciando di andarsene, dopo che l’esponente del Pd aveva chiesto a Berlusconi di dimettersi prima del voto in aula sulla decadenza. Toni accesi da parte di Schifani, facce scure e dure. Poi però, appena il dibattito finisce, ancora mentre i due sono sul palco scattano i sorrisi e gli abbracci, sinceri forse più che le accuse di poco prima. A mediare salgono tutti i maggiorenti dell’Udc: Casini, Cesa, D’Onofrio, Buttiglione e Giuseppe De Mita. Alla fine pacche sulle spalle e foto ricordo. Poi Latorre torna serio, e chiarisce: “Berlusconi deve andarsene un minuto prima del voto in aula in Senato, sarebbe un gesto di generosità”. Parole subito criticate da Casini: “La generosità non si suggerisce agli altri ma si applica a se stessi”.

Schifani controbatte: “Si è sempre votato con voto segreto. Credo che i parlamentari debbano essere lasciati liberi nel segreto del’urna quando deliberano e votano su argomenti che riguardano la persona”, dice ii, capogruppo al Senato Pdl, ai microfoni di Skytg24, commentando la richiesta del M5S e della Lega e anche Pd di votare in maniera palese.

Intanto a Chianciano Schifani stringe mani ai molti che vogliono salutarlo dalla platea dell’Udc, perché alla fine di questa pseudo-lite, il vero vincitore è proprio lui. Schifani, dopo aver definito moderato Latorre, ha raccolto un applauso convinto dai presenti a Chianciano, quando ha marcato la differenza tra chi fa comizi approfittando di una festa di partito, e chi invece discute: “In questo c’è la divisione totale tra un modello di cultura e l’altro modello di cultura, questo ci divide. Siamo diversi, caro Latorre. Non mi aspettavo da un moderato come te questa filippica, perché potrei dire tante cose su quello che sta succedendo in Senato, tante. Non ti rispondo nel merito perché non cado nella tua provocazione”. Il nuovo Partito Popolare cui lavorano in molti a Chianciano nasce anche così.

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