Ue, Italia vince ricorso su uso dell’italiano: annullati bandi concorsi

Bruxelles (Belgio), 12 set. (LaPresse) – Il Tribunale della Corte di giustizia europea ha accettato il ricorso presentato dall’Italia, e sostenuto dalla Spagna, contro l’uso esclusivo di inglese, francese e tedesco nei bandi di lavoro per le istituzioni europee. La Quinta sezione del Tribunale con sede in Lussemburgo ha quindi annullato i bandi dei concorsi per i quali era stata pubblicata solo nelle tre lingue la versione integrale del testo perché c’è stata “una diversità di trattamento” vietata dalla Carta dei diritti fondamentali.

L’annullamento riguarda tutti i bandi di concorso pubblicati solo nelle tre lingue e, come spiega l’organismo, “non si può considerare, nel caso di specie, che l’avviso sintetico, pubblicato nella Gazzetta ufficiale in tutte le lingue lo stesso giorno, ha posto rimedio all’omessa pubblicazione integrale nella suddetta Gazzetta ufficiale dei bandi di concorso controversi in tutte le lingue ufficiali”. “Ad ogni modo – si legge ancora nella sentenza che riguarda i bandi per il reclutamento di 30 posti di amministratore e a 20 posti di amministratore principale nel settore della lotta antifrode – anche se l’avviso sintetico conteneva un certo numero di informazioni relative ai concorsi, partendo dalla premessa che i cittadini dell’Unione europea leggano la Gazzetta ufficiale nella loro lingua materna e che tale lingua sia una delle lingue ufficiali dell’Unione, un potenziale candidato la cui lingua materna non fosse una delle lingue in cui erano stati pubblicati integralmente i bandi di concorso controversi avrebbe dovuto procurarsi la Gazzetta ufficiale in una di tali lingue e leggere il bando in questa lingua prima di decidere se presentare la propria candidatura a uno dei concorsi. Un candidato siffatto era svantaggiato rispetto ad un candidato la cui lingua materna fosse una delle tre lingue nelle quali i bandi di concorso controversi erano stati pubblicati integralmente, sia sotto il profilo della corretta comprensione di tali bandi sia relativamente al termine per preparare ed inviare una candidatura a tali concorsi”.

Il Tribunale, quindi, riconosce la discriminazione denunciata dall’Italia ma non invalida i risultati dei concorsi. “La Corte ha concluso che – si legge nel testo del dispositivo – al fine di preservare il legittimo affidamento dei candidati prescelti con i concorsi di cui trattasi, non era opportuno rimettere in discussione i risultati dei suddetti concorsi” e, ancora “occorre non mettere in discussione i suddetti elenchi di riserva”. Infine, il Tribunale rileva che i bandi di concorso controversi “non contenevano alcuna motivazione che giustifichi la scelta, come seconda lingua per le prove dei concorsi, fra le tre lingue in questione”.