Roma, 11 set. (LaPresse) – “Noi continuiamo a non capire il motivo per cui in Giunta si abbia così fretta e si corra a rotta di collo. Viene considerata come una finale della Coppa del mondo”. Lo ha detto il vicepremier Angelino Alfano intervistato su Sky Tg24. “Noi – ha aggiunto – sappiamo che i fini giuristi che hanno grande competenza hanno detto che con il modello di Costituzione italiana non si può applicare al passato una sanzione penale in riferimento ad un fatto verificatosi quando la norma non c’era. Questo punto può essere non condiviso dalla sinistra, ma quantomeno va approfondito. Ecco perché c’è incomprensione per l’atteggiamento della sinistra”. “Non credo – ha precisato – che Berlusconi si dimetterà. Noi pensiamo non ci sia ragione per farlo, non glielo chiederemo e non acconsentiremo”.
Poi, il botta e risposta con l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, anche lui ospite su Sky. “Noi non abbiamo nessuna fretta, non c’è nessuna corsa”, risponde Bersani, sottolineando che “le pregiudiziali le ha presentate il relatore per votare subito, non le abbiamo mica presentate noi. Al di là di un giorno in più o in meno, il problema è il passaggio di fondo. Io capisco che per il Pdl, che ha anche un popolo che crede in Berlusconi, questo sia un passaggio doloroso. Ma è una consapevolezza che chiedo ad Alfano, lo dico davvero col cuore in mano. Capisco cosa vuole dire per l’Italia questo passaggio. Non possiamo permettere che si trascini per 10 anni”.
“Possiamo andare avanti a discutere all’infinito con Bersani – taglia corto Alfano – è inutile che andiamo avanti”. E ripete che molti illustri giuristi mettono in discussione la retroattività della legge Severino.
Poco prima, nel pomeriggio, intervenendo a ‘Controcorrente’, evento organizzato da ‘Il Giornale’, a Sanremo aveva già detto: “Il caso Berlusconi non è chiuso. L’ordinamento giuridico offre, nonostante la sentenza della Cassazione, altre vie ancora al cittadino Silvio Berlusconi per poter affermare le proprie ragioni”. “In parte – ha proseguito – lo sta già facendo in sede europea ma sono certo che il caso non è chiuso e che lui avrà ancora tanta voce per riaffermare le proprie buone ragioni. In democrazia, qualunque sia lo status di una persona, c’è un modo e un luogo dove poter far sentire la propria voce. Sono convinto che Berlusconi, in qualunque modo finiscano le sue vicende, riuscirà a far sentire la propria voce. Non solo le ragioni di buon diritto ma anche quelle politiche”.
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