Roma, 3 set. (LaPresse) – Corre sul filo delle battute – e di una bandana – il botta e risposta a distanza tra il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, e l’ex segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani, entrambi impegnati in questi giorni in una serie di incontri alle feste del partito, in corso in molte città. A dare il la è stato il rottamatore, che in una chiacchierata catturata dai microfoni di Repubblica a margine dell’incontro di ieri a Bologna – il cui video è stato pubblicato sul sito del quotidiano – si lascia andare a una serie di battute proprio su Bersani. “Durante le primarie – dice Renzi – è stato perfetto. Mi ha fatto un culo così, è stato bravissimo. E’ andato bene, era tranquillissimo, non ha sbagliato una mossa”. E poi l’affondo. “Gli ultimi mesi – conclude il sindaco di Firenze – li ha fatti… o era spompo, e ci sta anche… Io l’ho visto a Palermo e l’ho visto distrutto. E poi c’era Berlusconi che era tornato a fare Berlusconi”.
Inevitabile per l’ex segretario rispondere oggi alle domande dei cronisti sull’accaduto. Arrivando alla festa democratica di Genova, prima Bersani evita di commentare e poi, scherzando con i cronisti, replica: “Ma se sono anche abbronzato…”. Ad alimentare le frecciate ci pensa anche il settimanale ‘Chi’, che domani pubblicherà un servizio con le foto di Renzi intento a prendere il sole con una bandana intorno al capo. Un’immagine che il settimanale mette a confronto con quella ormai storica di Silvio Berlusconi, nell’agosto del 2004 in Sardegna. “Non aveva la bandana ma una maglietta in testa”, si affretta a puntualizzare il portavoce del sindaco, Marco Agnoletti, il quale precisa che la foto è stata scattata nel giardino di casa e non al mare. Dal palco di Genova, incalzato da Michele Serra, Bersani ironizza: “Una bandana forse starebbe meglio a me, lui potrebbe anche permettersi di non portarla”.
Ma il vero scontro tra i due si gioca tutto in casa, in vista dell’inizio del Congresso e della scelta del prossimo segretario, che dovrà sostituire Guglielmo Epifani. Le pubbliche dichiarazioni di sostegno a Renzi, espresse – ultime in ordine di tempo – da Dario Franceschini , Beppe Fioroni e Piero Fassino non convincono del tutto Bersani. “Non vedo i contenuti”, dice riferendosi proprio al rottamatore. “Chi si candida a segretario – prosegue – deve dire qualcosa di preciso sulla sua idea di partito” e del Paese e dire no a una formazione che sia “una protesi” dei leader. Per questo, dice l’ex segretario, “non puoi annegare nella retorica buonista, devi trovare soluzioni”, e non mettere “davanti al Pd, né Bersani, né Renzi, né Cuperlo”.
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