Grillo prepara V-Day, ma in Senato nervi restano tesi

Roma, 3 set. (LaPresse) – “L’assemblea di ieri e oggi ha mostrato un M5S sordo alle lusinghe del potere”. Non basta il cinguettio del portavoce M5S al Senato Nicola Morra, postato quando, dopo quasi tre ore, la riunione del gruppo volge al termine, a calmare le acque all’interno del Movimento. Tra i senatori il clima resta teso. Sul tavolo, ancora scritti in rosso sui cartelloni rimasti sui banchi della decima commissioni di palazzo Madama dal giorno prima, ci le divisioni manifestate ai giornali su alleanze e legge elettorale. E’ il senatore Luis Alberto Orellana a uscire allo scoperto: “Per me – spiega – il dialogo è quello di un’ipotesi di governo a 5 Stelle. Ma noi siamo solo 50 e dobbiamo dialogare con altri che hanno la maggioranza in questo Parlamento. Io non so se questa è la soluzione, ma non dobbiamo andare con i paraocchi e dire no a priori. Non devono esserci tabù”.

Ad essere messa in discussione, secondo i più, è la linea politica fondativa del Movimento. Nonostante qualcuno sostenga che la soluzione ai problemi interni sia una più assidua consultazione degli attivisti sul territorio attraverso la piattaforma che è in cantiere, sono tanti gli interventi critici nei confronti del collega ‘aperturista’. “‘Mai con il Pd e mai con il Pdl’, questo abbiamo detto in campagna elettorale – tuona Paola Taverna – Otto milioni di persone mi hanno votato per mandarli tutti a casa, non ho bisogno di consultare la base per questo”. Sara Paglini propone una votazione: “Chiedo di mettere ai voti due righe in cui diciamo: ‘In caso di voto alla fiducia al Governo Letta il voto del M5S sarà coerente alla linea iniziale del Movimento, no alleanze e no fiducia a questi partiti’. Questo chiarirà una volta per tutte la storia, senza destabilizzarci”. La proposta, però, non viene mai realmente presa in considerazione. “Se mettessimo ai voti una cosa del genere mi dimetterei – spiega l’ex portavoce Vito Crimi spiega davanti alla telecamera della diretta streaming – Significherebbe disconoscere la rete. Sarebbe come mettere ai voti ‘acqua pubblica sì/acqua pubblica no’ o ‘inceneritore sì/inceneritore no’. Andare al Governo con questi qua non va neanche messo in consultazione”.

Il clima si fa teso anche quando si parla del post in cui Claudio Messora, responsabile della Comunicazione per il M5S a palazzo Madama, ha criticato i ‘piccoli onorevoli’ possibilisti per quel che riguarda la formazione di un Letta bis. Si tratta di un post “gravissimo – attacca ancora Orellana – Ha insinuato dubbi, è nostro stipendiato. Io gli ho scritto, e non mi ha mai risposto”. A schierarsi dalla parte di Messora la maggior parte dei senatori: “Non capisco chi abbia potuto sentirsi offeso – replica Bruno Marton – chi si è sentito offeso evidentemente si sente onorevole”. “Quando volete chiamare qualcuno dipendente fate gli imprenditori – tuona Taverna – I soldi che diamo a Messora sono soldi del Senato”. Mentre è in corso l’assemblea a palazzo Madama è, però, Beppe Grillo in persona, o quasi, a mettere le cose in chiaro: “Presto faremo il terzo VDay. Tenetevi pronti – scrive sul suo blog – Siamo in guerra, una guerra che deciderà il destino di questo Paese per i prossimi decennio”.

La guerra, assicura il leader M5S, va fatta “con i fatti, non con le parole”. “Chi vuole guardarsi l’ombelico – sentenzia – si tiri fuori”. “Siamo pronti a mettere l’elmetto”, rispondono i senatori ma i nodi rimangono sul tavolo. Il faccia a faccia tra “talebani e aperturisti” riprende nel pomeriggio a Montecitorio, dove i due gruppi parlamentari si confrontano nel pomeriggio. Questa volta, però, la diretta streaming non c’è. Solo 36 parlamentari votano sì alla richiesta e molte sono le astensioni. “La guerra la dobbiamo fare agli ‘altri'”, scrive su Facebook Morra mentre la riunione è in corso. “Chi di noi compie errori, o comunque esprime valutazioni non condivise dal MoVimento non deve essere oggetto di offese ed ingiurie immotivate” aggiunge, ma “qualora sia effettivamente convinto di ciò che gli si attribuisce – assicura – dovrà prender altre strade rispetto a quelle del MoVimento stesso”.