Roma, 22 ago. (LaPresse) – “Possono farmi tutto, ma non possono togliermi tre cose. Non possono togliermi il diritto di parola sulla scena pubblica e civile italiana. Non possono togliermi il diritto di animare e guidare il movimento politico che ho fondato. Non possono togliermi il diritto di essere ancora il riferimento per milioni di italiani, finché questi cittadini liberamente lo vorranno”. Lo ha dichiarato Silvio Berlusconi in un’intervista apparsa online su ‘Tempi’.
A proposito della tenuta dell’esecutivo Letta, il leader del Pdl usa una metafora abbastanza chiara: “Diranno che è colpa mia se i ministri del Popolo della libertà valuteranno le dimissioni davanti al massacro giudiziario del loro leader eletto da milioni di italiani. Ma io mi domando: se due amici sono in barca e uno dei due butta l’altro a mare, di chi è la colpa se poi la barca sbanda?”.
E Berlusconi conclude la propria apologia, suggerendo anche una soluzione per la vicenda politico-giudiziaria che lo vede coinvolto in prima persona. “Su tutto questo – dice – la Costituzione della Repubblica e il buon senso offrono molte strade. Se avessi voglia di sorridere, potrei dire che ‘non possono non saperlo’: vale per tutti gli attori politici e istituzionali”.