Roma, 23 lug. (LaPresse) – E’ fiducia sul decreto legge ‘del fare’, punta di diamante del governo guidato da Enrico Letta. Incerti restano però i tempi che riguardano l’approvazione dell’intero provvedimento, che dopo Montecitorio deve ottenere anche il via libera del Senato (il decreto legge scade il 20 agosto, ndr). Sull’approvazione infatti pesa l’annunciato ostruzionismo del Movimento 5 Stelle che, secondo quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo della Camera, presenterà al decreto una pioggia di ordini del giorno, con tutta l’intenzione di discuterne uno ad uno con l’intervento di tutti e 105 i deputati in aula.
Insomma l’assemblea sarà chiamata a lavoro domani ad oltranza, con il voto finale sul decreto che potrebbe arrivare o giovedì o addirittura venerdì. La strategia stellata, dopo il ‘no’ del governo ai 10 emendamenti da salvare in cambio della fiducia, rischia però di fermare il Parlamento, facendo slittare provvedimenti in discussine in commissione e calendarizzati già per l’aula di vernerdì. Di fatto la proposta di legge sull’omofobia e il disegno di legge sul finanziamento ai partiti, dovrebbero approdare nell’amiciclo di Montecitorio venerdì 26 luglio.
Con la questione di fiducia però tutte le commissioni interrompono i lavori, tranne a chi viene concessa la deroga. M5S anche in questo caso avrebbe fatto pesare il suo ‘no’ in capigruppo bocciando la richiesta di Affari costituzionali di proseguire l’esame del provvedimento sul finanziamento ai partiti anche nel corso della fiducia. Si comincia comunque domani alle 10 con le dichiarazioni di voto, mentre il voto di fiducia dovrebbe concludersi intorno alle 13. A seguire l’inizio della discussione degli ordini del giorno fino alle 14,30. In programma il Question Time alle 15, mentre alle 16 è stata convocata l’aula per il proseguimento dell’esame degli odg, che proseguirà ad oltranza con seduta notturna.