Mediaset, stop aule per 24 ore: Pdl prepara offensiva

Roma, 10 lug. (LaPresse) – Parlamento fermo per 24 ore. Vertice di maggioranza a palazzo Chigi sconvocato, anche se di mezzo ci sono le coperture che servono per evitare l’aumento dell’Iva. Il Pdl ha “urgente” bisogno di riunire i gruppi parlamentari “sui temi della politica di queste ultime ore”. È la decisione della Corte di Cassazione di fissare al 30 luglio l’udienza del processo Mediaset che vede imputato Silvio Berlusconi a far tremare il Governo delle larghe intese. Il Pdl chiede in un primo momento uno stop di tre giorni dei lavori parlamentari. I capigruppo di Camera e Senato si riuniscono. Non si può paralizzare l’attività parlamentare. Schifani e Brunetta, promotori della richiesta ai presidenti delle Camere abbassano il tiro: chiedono 24 ore. A palazzo Madama è la conferenza dei capigruppo ad accordare la sospensione dei lavori al Pdl. A Montecitorio la richiesta passa all’esame dell’aula. Viene approvata, tra le polemiche e le accuse del M5s al Pd, per 171 voti di differenza. I democratici si spaccano. Tanti, all’interno del partito, renziani in testa, non votano a favore dello stop. Epifani è costretto a intervenire: la richiesta di sospendere i lavori del Parlamento per tre giorni, attacca, “costituisce un atto irresponsabile e inaccettabile”, che finisce per legare campi “che vanno rigorosamente tenuti distinti”, quello giudiziario e quello parlamentare. Il Pd, spiega il segretario, “non si è prestato ne si presterà mai ad una logica di questo segno”. Esiste però “un problema di fondo di questi mesi” e riguarda la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi e il rapporto d’azione di Governo e di Parlamento. “Questo nodo – sottolinea Epifani – deve essere sciolto solo tenendo distinte le due sfere” perché se no, “a furia di tirare, la corda si può spezzare”. L’avvertimento è per i compagni di coalizione. Mentre il Cavaliere riunisce a palazzo Grazioli i suoi legali, a Montecitorio e a palazzo Madama i gruppi parlamentari Pdl si ritrovano per elaborare una strategia. In un primo momento i ‘falchi’ pensano di modificare l’intervento previsto in occasione del question time di Enrico Letta in aula alla Camera e concentrarlo, invece che sull’economia, sulla giustizia. Le ‘colombe’, ancora una volta, mediano. Anche su imput che arrivano da palazzo Grazioli e grazie all’opera di raccordo messa in campo dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. Alla fine non c’è nessun colpo di testa. Le iniziative elencate dai parlamentari riuniti in assemblea sono le più diverse: c’è chi propone che la riforma della giustizia venga inserita all’interno dell’agenda di Governo, chi continua a ribadire che è pronto a togliere il sostegno al Governo, chi assicura il suo appoggio ai referendum Radicali sulla giustizia, chi pensa a un’azione di comunicazione anche a livello internazionale “per spiegare anche all’estero l’assurdità della vicenda”. Sul tavolo anche le dimissioni in massa dei parlamentari? “È un’ipotesi che stiamo valutando”, risponde il senatore Pdl Francesco Nitto Palma. Saranno il segretario Pdl Angelino Alfano e i big del partito a tirare le fila della giornata in un vertice ristretto convocato in serata da Silvio Berlusconi, mentre potrebbe svolgersi domani la direzione nazionale del partito.