Riforme, Napolitano avverte i partiti: No meschini calcoli di parte

Roma, 13 giu. (LaPresse) – “Il Governo operi serenamente, il Parlamento faccia costruttivamente e con lungimiranza la sua parte, le forze politiche non cadano in convulsi e meschini calcoli di qualsiasi specie. Ne va della credibilità del nostro Paese”. Giorgio Napolitano approfitta della conferenza dei Prefetti in corso a Roma per ‘avvertire’ tutti i protagonisti della scena istituzionale del nostro Paese. La sfida delle riforme rimane “cruciale”. Nessuno può permettersi di abbassare la guardia, di aver paura – perché “non è un disegno che possa spaventare perché troppo ambizioso, ma è uno spirito e un approccio da assumere nell’esercizio delle nostre responsabilità” – o di cercare giustificazioni, dal momento che le riforme sono “ovviamente l’opposto di un approccio conservatore, di una, comunque motivata o camuffata, difesa dell’esistente”. Per vincere questa sfida, spiega il Capo dello Stato, “condizione” imprescindibile è “la stabilità” politica e istituzionale. “Non c’è bisticcio tra stabilità e riforme”, sottolinea. Di più. Queste ultime “potranno realizzarsi, com’è indispensabile, solo se non sarà sottoposta a scosse e messa in questione, la continuità del Governo nato a fine aprile e, insieme, la continuità del Parlamento eletto a fine febbraio”.

Al rinnovamento istituzionale, aggiunge poi Napolitano, dovrà accompagnarsi quello politico e questo, spiega rivolgendosi ancora una volta ai partiti, “non può prescindere da un rinnovamento morale” che l’estensione della “piaga antica” della corruzione nella vita politica e nella vita amministrativa “impone categoricamente”. Da questa sfida “cruciale” discendono poi tutte le altre. A preoccupare il Capo dello Stato il “recrudirsi” di certe tipologie di delinquenza comune e “il manifestarsi di focolai di esasperazione estremistica e perfino di violenza eccessiva”. “Quello delle ricadute della grave recessione che purtroppo persiste e di un conseguente ampio disagio sociale – dice rivolgendosi alla platea – è dunque il fronte principale su cui dispiegare oggi l’impegno delle Prefetture e dei Prefetti”. C’è poi da rimettere le mani, aggiunge ancora Napolitano, ad alcune cose rimaste “sospese”. È necessario “fare il punto”‘ quindi, sul federalismo fiscale, in una logica di “verifica delle contraddizioni insorte dopo l’approvazione, nel 2001, della riforma del Titolo V della Costituzione” e sulla gestione dei fenomeni dell’immigrazione e dell’asilo, considerando “con attenzione i limiti della nostra legislazione e prassi in materia di cittadinanza”. Tante, insomma, le cose da fare. “La bussola” cui tutti devono affidarsi, conclude il Capo dello Stato, rimangono i “principi di unitarietà e di interesse nazionale”.