Roma, 10 giu. (LaPresse)- Si arrende quasi subito, ammettendo non solo la sconfitta ma addossandosi tutte le colpe di quella che non è stata solo una déblacle sua, ma del centrodestra di Roma. E la capitale, dopo cinque anni, torna ad essere di sinistra e con numeri da record. Il precedente primato spettava alla sfida Veltroni-Alemanno del 28 maggio 2006: l’allora sindaco uscente battè il candidato del centrodestra al primo turno con un secco 61,42% contro 37,09, un divario di oltre 24 punti. Il primo Veltroni battè invece Antonio Tajani nel maggio 2001 con il 52,1% contro il 47,8%. Infine, lo stesso Alemanno nel 2008 superò Rutelli al ballottaggio con il 53,7% contro il 46,3%. Gianni Alemanno ha perso. Non nasconde la delusione e nel discorso di saluti e di ringraziamenti che fa nel suo comitato in via Giano della Bella, appena vengono resi noti i primi dati, dice: “La colpa è mia, non voglio scaricabarili, non siamo riusciti a costruire un ponte stabile con i cittadini: devo fare autocritica”. Nomina due volte il suo antagonista rassicurandolo e garantendo che “consegnerà a Marino un comune risanato” e che “Marino non avrà problemi per pagare gli stipendi”. Inoltre annuncia “una opposizione leale e seria”.

Nessun big a confortare Alemanno, solo Maurizio Gasparri che certo non ha nascosto la delusione per la scottante sconfitta. Ma il grande convitato di pietra, oggi pomeriggio era il partito, il Pdl. Tanto che Alemanno ha precisato, appunto perché evidentemente gli stracci stavano già iniziando a volare, che “lui non ha da fare alcuna recriminazione né al partito né tantomeno a Silvio Berlusconi”. Alemanno però ha perso anche per un quinquennato certo non facile, costellato da inchieste (Atac, filobus, parentopoli), escalation di fatti di cronaca di particolare violenza e problemi politici non di poco conto che hanno visto ben quattro rimpasti di giunta.

Ci sono due immagini che possono riassumere e raccogliere la giornata di oggi. La prima è il gesto consolatorio del suo capo segreteria, Antonio Lucarelli, il quale ha abbracciato e stretto il sindaco uscente che si è lasciato andare tra le sue braccia. La foto ha fatto immediatamente il giro dei social network. L’altra è la commozione che ha coinvolto Alemanno, quando dopo la seconda e ultima conferenza stampa ha abbracciato il figlio Manfredi che per tutta la giornata non lo ha mai abbandonato.

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