Roma, 4 giu. (LaPresse) – “La sintesi fra le due anime del partito democratico è possibile? Se ci si riferisce a percorso delle riforme oggi cercheremo un metodo per un dibattito: l’assemblea nazionale ha già escluso presidenzialismo e semipresidenzialismo, l’assemblea prenderà nuove decisioni dopo la discussione. Io sono favorevole alla diminuzione numero parlamentari e a una camera delle regioni e a un rafforzamento potere premier. Credo dovremo cominciare da quanto condiviso, come il superamento del bicameralismo”. Così a TgCom24 Rosy Bindi del Pd.

“Se poniamo il problema della forma di governo e del presidenzialismo – dice Bindi – forse rischiamo di bloccare a inizio processo riforme, perché ci sono differenze. Io sono favorevole a una democrazia parlamentare, perché il nostro Paese è pluralista e necessità di creare istituti di democrazia partecipata, soprattutto in Italia dove c’è forte corruzione. Io credo che dobbiamo rafforzare partiti, parlamento e rendere funzionante la democrazia parlamentare”.

“Sul conflitto di interessi il Pd pone condizioni per il semipresidenzialismo? In un Paese dove il conflitto di interessi non è normato e in un Paese senza pesi e contrappesi di altre democrazie è difficile introdurre il semipresidenzialismo. E poi il centrodestra è disponibile a discutere di conflitto di interessi?”, dice Bindi.

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