Grillo lancia sondaggio su stampa faziosa. Spunta caso olio ricino

Roma, 4 giu. (LaPresse) – “I cittadini non possono decidere senza conoscere, né giudicare le scelte della politica. Non sono liberi. Il sondaggio di oggi vuole assegnare il microfono di legno alla rete più faziosa, al direttore di rete più schierato, al conduttore di talk show più in mala fede. A voi il giudizio”. Beppe Grillo continua la sua crociata contro il mondo dell stampa, definito ieri “peggiore dei politici”. E lo fa con un nuovo post, dove indice un sondaggio per assegnare il microfono di legno ai giornalisti e alle reti più schierati. Tre le domande del quiz telematico: nella prima si deve scegliere tra 8 reti(Rai, Mediaset, La7 e SkyTg24), nella seconda il direttore di rete peggiore mentre nelle terza e ultima domanda gli utenti del blog devono decidere quale sia il conduttore di talk show più in mala fede. I risultati, su un totale di circa 4000 intervistati, parlano chiaro. La rete televisiva più faziosa risulta Rete4, con il 34.51% dei voti; seguono Rai 3 e Canale 5. Il canale più affidabile sarebbe SkyTg4. E la direttrice del notiziario tv satellitare, Sarah Varetto, emerge anche come la meno faziosa dei suoi colleghi. Qui la maglia nera va a Giovanni Toti, a capo di Tg4 e Studio Aperto, che stacca di molto Bianca Berlinguer del Tg3. Come conduttore di talk più fazioso “vince” Bruno Vespa di Porta a Porta, seguito a un’incollatura da Barbara D’Urso.

L’Italia è al 69esimo posto nella classifica della libertà di informazione secondo il rapporto del 2013 di Freedom House. Un Paese giudicato semi libero. Ci precedono, tra gli altri, Ghana, Nauru, Papua New Guinea, São Tomé e Príncipe, Isole Solomon, Samoa, Tonga, Namibia e Guyana”. Beppe Grillo se la prende ancora con la stampa italiana, nel suo nuovo post ‘Il microfono di legno’. Il guru del movimento penstastellato critica le televisioni, che “influenzano il giudizio degli italiani più di qualunque altro media” e i giornali, “poco diffusi da noi sia come numero assoluto, sia in relazione alle altre nazioni europee”.

L’ex comico genovese a bene di ripetere dati e concetti non nuovi, tanto che qualche riga dopo aggiunge che “l’informazione in Italia è manipolata, filtrata, schierata, adulterata, la massima responsabilità è delle televisioni e di chi ne fa parte. Lo so, è la scoperta dell’acqua calda se tre canali nazionali sono di proprietà di Berlusconi in palese conflitto di interessi in quanto concessionario e gli altri tre – conclude Grillo – dei partiti che li usano per la loro propaganda”.

A un certo punto della giornata spunta il caso ‘olio di ricino‘.Circola la notizia che una eletta Grillina, Laura Castelli, al Parlamento lo ha invocato per i giornalisti, ma la diretta interessata smentisce seccamente accusando la stampa di avere completamente frainteso le sue parole. “Chi accusa non ha sentito il dibattito in aula. Il consigliere della lega nord, Allasia, riferendosi ai manifestanti no tav ha detto: ‘forse vi servirebbe un po’ di olio di ricino per capire. Nel mio discorso ho ripreso l’olio di ricino citando un articolo riportato dalle cronache di Torino in cui il ministro stava inaugurando il cantiere della Maddalena, in cui diceva la mafia nelle grandi opere. Io ho detto: a questi attori andrebbe l’olio di ricino, agli attori”. Così Laura Castelli del Movimento 5 Stelle smentisce a Radio 24 di aver invocato l’olio di ricino per i giornalisti, oggetti di numerosi attacchi in questi giorni da parte di Beppe Grillo che ha anche lanciato un sondaggio sulle reti e i giornalisti più faziosi. “L’olio di ricino per i mafiosi? Certo, la mafia dentro le grandi opere”. Quindi non c’è nessun riferimento ai giornalistià.. “C’è uno stenografico, invito tutti i giornalisti a scrivere diversamente da quello che ho detto”.