Roma, 24 mag. (LaPresse) – “Basta con parentopoli”, “basta con la corruzione”, “riprendiamoci Roma”. Ignazio Marino, il chirurgo del Pd candidato sindaco al Comune di Roma, sale sul palco di piazza San Giovanni e chiede ai romani di cambiare la città. “Siamo qui per avere una Roma diversa, perché diventi più sicura e non c’è niente di meglio di una piazza così per farlo”, dice davanti a circa quattromila persone che hanno ripreso possesso di uno dei luoghi simbolo della sinistra. “So – dice dopo le note di Piovani – che la politica non gode di buona fama negli ultimi tempi ed è giusto che sia così. Dobbiamo liberarci della politica delle spartizioni, della politica degli accordi tra i soliti noti, della politica di parentopoli e della corruzione”.

Poi, seguendo le linee della sua campagna elettorale nella quale ha promesso e garantito di stare dalla parte degli ultimi, afferma che, con lui, ci sarà “parità di occasioni per chi sta fuori dalla mura aureliane e dal grande raccordo anulare, per chi vive a Tor Bella Monaca piuttosto che ai Parioli”. Marino si mostra sciolto e a suo agio quando alla fine dice ai romani: “Io ho bisogno di voi. Da domattina bisogna convincere gli incerti, i dubbiosi, i pigri, che siamo davanti ad un’occasione irripetibile, cambiare Roma. Daje!”. Grande assente dal palco il segretario nazionale del Partito democratico, Guglielmo Epifani che, forse per non oscurare il medico, ha preferito rimanere ai margini del comizio e concedere solo qualche battuta alle telecamere.

“Possiamo riprendere il Campidoglio”, dice appena arrivato. “Credo – continua – che la candidatura di Marino sia la migliore per restituire Roma ai cittadini e ridare alla città una speranza dopo anni in cui si é degradata da tutti i punti di vista. Io sono qui per sostenere lealmente e convintamente questa candidatura”. E, tra un commento sulla politica nazionale e uno sullo stop al finanziamento pubblico ai partiti, chiude: “E’ stato importante tornare in questa piazza. E’ un fatto simbolico”. Ignazio Marino è stato il candidato che ha vinto le primarie del centrosinistra, come outsider. Il suo diretto antagonista era David Sassoli, il più vicino all’apparato del partito.

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