Campidoglio, Grillo: Ce la faremo, apriremo il Comune

Roma, 24 mag. (LaPresse) – “Meno male che c’era lo sciopero dei mezzi”. Le prime parole di Beppe Grillo dal palco di piazza del Popolo sono per Guglielmo Epifani. “Qui voi siete venuti con il teletraporto”, scherza prendendo di mira il segretario del Pd e il suo tentativo di giustificare una piazza non gremita. La piazza grillina si riempie lentamente e non del tutto. Quando il leader arriva il clima si riscalda, ma lo ‘tsunami’ umano di piazza San Giovanni è lontano. Nel mirino di Grillo finisce subito quanto annunciato dal Governo sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: “Bisogna essere cialtroni per dire trovato l’accordo – tuona ai microfoni di Sky – Sono cialtroni allo sbaraglio, dilettanti. Non serviva fare un accordo, bastava un assegno”. Il resto è in gran parte repertorio. Dall’ormai classico “sarà come Highlander, ne rimarrà uno solo. Sarà una sfida tra il capocomico e il nano”, alle dure parole contro Giorgio Napolitano.

“Per vilipendio si rischia da uno a 5 anni – spiega alla piazza -. È una cosa seria. Ma cosa è il vilipendio? E’ vilipendio se io parlo di un signore che in una notte si è raddoppiato la carica e mentre si raddoppiava la carica ha ordinato di distruggere le registrazioni”. Nessuno tema il M5S, però. “Io esprimo la vostra rabbia – spiega Grillo – la contengo, è una cosa buona. Ha unito 9 milioni di persone”. Di più. “Il movimento si è trasformato in una comunità. C’è un flusso di affetto che gira. Siamo una comunità – ripete – quello che deve diventare l’Italia”. Il Paese, sottolinea Grillo, è ancora in difficoltà: “Squinzi ha detto che siamo sull’orlo del precipizio. Non siamo sull’orlo del precipizio – spiega – siamo come Wile Coyote: lo abbiamo oltrepassato e siamo nel vuoto, solo che non guardiamo sotto”.

Quanto al Campidoglio, il leader M5S è sincero: “A Roma forse non ce la faremo – ammette – forse voterete sempre gli stessi. Anche se non verrai eletto sindaco Marcello – dice rivolgendosi al candidato M5S al Campidoglio, De Vito – non te la prendere, metteremo 6 o 7 consiglieri dentro e sarà una grande vittoria apriremo il Comune di Roma”. Ma De Vito non demorde: “Mandiamoli tutti a casa, ce la possiamo fare – urla dal palco – i cittadini devono riprendersi le istituzioni, non ci sarà mai più una parentopoli”. “Ce la famo”, azzarda allora anche Grillo, improvvisando l’accento romanesco. Le ultime parole del leader M5S, mentre sotto il palco i tanti parlamentari del Movimento venuti a portare il loro sostegno ballano sulle note degli U2, sono ancora per il ‘Pd meno elle’. “Adesso – dice ai suoi fan – andate a piazza San Giovanni, che è vuota”.