Roma, 17 mag. (LaPresse) – Sospensione del pagamento della rata Imu di giugno fino al 16 settembre e l’impegno del Governo a elaborare una riforma complessiva della tassazione sugli immobili entro il 31 agosto. Il Consiglio dei ministri vara il decreto legge sull’Imu e fissa l’iter di modifica dell’imposta: niente pagamento il prossimo mese per prime case, immobili delle cooperative edilizie destinati ad abitazioni principali, alloggi assegnati dall’Iacp, terreni agricoli e fabbricati rurali. Qualora la riforma generale non vedesse la luce entro il 31 agosto, il sistema in vigore fino ad oggi resterà in piedi e la prima rata andrà versata entro la metà di settembre. In una conferenza stampa al termine della riunione del Cdm, il presidente del Consiglio, Enrico Letta, rivendica il provvedimento adottato, sottolineando che “dentro il testo c’è un’attenzione molto forte alle imprese perché si indica fra le priorità della riforma dell’Imu la previsione di forme di deducibilità dell’imposta pagata sugli immobili” per le imprese.

Soddisfazione espressa anche dal vicepremier, Angelino Alfano, per il quale “il Governo si è incamminato su una buona strada perché il superamento dell’Imu è un obiettivo a portata di mano e darà una boccata ossigeno per le famiglie e per la deducibilità alle imprese”. Il segretario politico del Pdl, partito che ha fatto dell’Imu il suo cavallo di battaglia, sottolinea che “per coprire quanto fatto non si sono messe tasse da altre parte, ma ci sono stati il cento per cento di tagli e zero tasse”. Il decreto del Governo interviene anche sul fronte del rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per il 2013: lo stanziamento sarà pari a un miliardo di euro e le risorse saranno reperite attingendo ai fondi produttività che, spiega Letta, “non si sarebbero potuti utilizzare”. Il premier rassicura sul fatto che la copertura è “temporanea” e che c’è “l’impegno a rimettere queste risorse sul tema della produttività nel momento in cui” la riforma generale vedrà la luce. Conferma, in tal senso, è arrivata anche dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini: “Per la produttività in bilancio c’erano 500 milioni da erogare nel 2014 in base agli accordi tra le parti nel 2013: il Governo ha deciso di prendere una parte che però sarà reintegrata”. La palla passa ora al Parlamento con il Governo che si è impegnato a presentare il decreto “alle Camere nei tempi più rapidi possibili”.

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