Roma, 6 mag. (LaPresse) – “Sulla lunga esperienza di vita del senatore Giulio Andreotti e sull’opera da lui prestata in molteplici forme nel più vasto ambito dell’attività politica, parlamentare e di governo, potranno esprimersi valutazioni approfondite e compiute solo in sede di giudizio storico. A me spetta in questo momento rivolgere l’estremo saluto della Repubblica a una personalità che ne ha attraversato per un cinquantennio l’intera storia, che ha svolto un ruolo di grande rilievo nelle istituzioni e che ha rappresentato con eccezionale continuità l’Italia nelle relazioni internazionali e nella costruzione europea”. Queste le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano inviate alla famiglia Andreotti, dopo la notizia della morte del sette volte presidente del Consiglio. “Esprimo alla gentile consorte signora Livia e a tutti i familiari la mia vicinanza e sentita partecipazione al loro cordoglio – ha scritto ancora Napolitano alla famiglia Andreotti – anche nel ricordo dei rapporti di collaborazione istituzionale e personali che intrattenni con lui in diversi periodi della vita nazionale”.

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha espresso il cordoglio per la scomparsa di Andreotti, definendolo “protagonista della democrazia italiana sin dalla nascita della Repubblica dopo i traumi della dittatura e della guerra, ininterrottamente presente nelle istituzioni e nelle assemblee rappresentative”. “Con lui – ha commentato ancora Letta – se ne va un attore di primissimo piano di oltre sessant’anni di vita pubblica nazionale. Alla famiglia le sentite condoglianze personali del presidente del Consiglio e del governo tutto”.

“Con la morte di Giulio Andreotti scompare un simbolo della nostra vita democratica. Un uomo che è stato capace, con alto senso dello Stato e con un’intelligenza non comune, di segnare tanti momenti fondamentali delle nostre istituzioni. Sono vicino ai suoi familiari in questo momento di dolore, anche a nome di tutti i senatori del Popolo della Libertà”. Sono le parole di cordoglio di Renato Schifani.

“Andreotti ci ha insegnato il suo amore per le istituzioni, lo scrupolo con cui coltivava la sua capacità di essere protagonista dentro il Parlamento, il palazzo dove si fanno le leggi per i cittadini, e non contro i cittadini”, ha detto ai microfoni di SkyTg24 il leader dell’Udc Pierferdinando Casini.

“Andreotti è stato un grande politico. Fu un grande avversario di mio padre” ma tra i due ci fu sempre un “grande rispetto”, ha detto Stefania Craxi, parlando ai microfoni di TgCom24, a commento della scomparsa del senatore a vita. E’ “un uomo che purtroppo non c’è più”, ha aggiunto, che ha segnato la storia italiana “nel bene e nel male, come succede nei più difficili periodi storici”. “Indubbiamente un politico – ha continuato – è un uomo che è al servizio del proprio Paese ma fa i conti col potere”. “Bisogna sapersi sporcare le mani – ha continuato – sapendo qual è il fine ultimo. E il fine ultimo deve essere il Paese”. Andreotti “ha lavorato tutta la vita per il bene dell’Italia”. E’ stato, ha concluso, “un grande democristiano, un uomo di equilibrio, di compromesso, un uomo di grande visione internazioanale”.

“Sul processo che lo vide imputato a Parlermo non voglio fare commenti. Ma ciò che ci tengo a dire che la morte di Giulio Andreotti avviene, simbolicamente, il giorno dopo quella di Agnese Borsellino. Sono due modi molto diversi di chiusdere una stagione e una pagina di storia del nostro Paese”. Così, a La Presse, Antonio Ingroia, già leader di Rivoluzione Civile nelle ultime elezioni politiche ed ex p.m. del pool antimafia di Palermo che guidò l’inchiesta contro il senatore a vita per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. “Agnese Borsellino, di quel periodo, è stata il simbolo dell’Italia che crede nella verità, nella giustizia e nell’etica – ha aggiunto Ingroia -. Andreotti, invece, di quella parte del Paese che praticò un pragamatismo politico tale sino a spingerlo alla cinica scelta di stringere accordi con Cosa Nostra, giustificandolo con una presunta ragione di Stato”.

“Veniva a chiedermi gli originali delle vignette, ne ha una grande collezione. Ci mancherà di più il sorriso, accompagnato alla satira che faceva su ste stesso”, ha detto ai microfoni di TgCom24 il vignettista Giorgio Forattini. “Una volta disse addirittura – ricorda l’artista – ‘mi ha inventato Forattini'”. “Pubblicherò su Internet domani mattina la nuova vignetta che ritrae Andreotti su una spiaggia al tramonto dell’Italia”, ha annunciato Forattini.

La morte di Giulio Andreotti ha scosso tutta l’Italia e nonostante l’avanzata età del senatore, la sua scomparsa ha lasciato molti di stucco: anche Wikipedia, l’enciclopedia libera on line che, pochi minuti dopo la diffusione della notizia del decesso, ha mandato in rete, in segno di omaggio, la dicitura “Giulio Andreotti (Roma – IMMORTALE)”, al posto delle date di nascita e di morte.

Anche lo sport italiano piange la scomparsa del senatore a vita Giulio Andreotti. Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, unitamente al Segretario Generale Roberto Fabbricini, alla Giunta e al Consiglio Nazionale, esprime vivo cordoglio per la scomparsa di un uomo dall’alto profilo culturale, punto di riferimento della vita politica del Paese e appassionato sostenitore del movimento agonistico. Andreotti, in qualità di Presidente del Comitato Organizzatore, contribuì in modo determinante al successo della memorabile edizione dei Giochi Olimpici di Roma 1960, unica edizione estiva disputata in Italia. Strenuo difensore dell’autonomia dello sport, Andreotti è stato tra i principali protagonisti della rifondazione post-bellica del CONI e il suo patrimonio di esperienza, competenza e capacità resta un’eredità da valorizzare per la crescita dello sport italiano.

Giulio Andreotti “era una persona che è stata sempre vicinissima al mondo dello sport con grande rispetto per i suoi valori e per la sua autonomia”, ha detto il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete. Anche il tecnico del Paris Saint Germain ed ex giocatore della Roma, Carlo Ancelotti, ricorda Giulio Andreotti: “La sua morte è una brutta notizia, era un grande tifoso della Roma lo ricordo con affetto era molto vicino alla squadra”.

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