Roma, 24 apr. (LaPresse) – Le prime indiscrezioni sulla scelta di Enrico Letta da parte di Giorgio Napolitano parlano di una difficoltà sul nome di Giuliano Amato legate ai molti malumori all’interno del Pd riguardo all’ex delfino di Bettino Craxi. Sarebbe stato proprio questo pericolo, di una nuova bocciatura anche sulla Presidenza del Consiglio dopo quelle di Marini e Prodi per il Quirinale da parte degli “arrabbiati” del Pd, a convincere Napolitano ad abbandonare la candidatura che riteneva più giusta, predendo anche atto dell’ostracismo dei “giovani turchi” del suo stesso partito a un nuovo incarico a un ‘vecchio’ della politica, incapace di interpretare quella voglia di ricambio testimoniata dal risultato del Movimento Cinque Stelle.

A questo punto, però, potrebbe essere proprio la scelta del vicesegretario del Pd a complicare di nuovo le cose nel centrosinistra poiché, mentre sino a ieri lo schema adottato dal Quirinale con un eventuale incarico ad Amato sembrava indicare la scelta di un “governo leggero” (pochi esponenti politici, una prevalenza di ministri tecnici in una fusione tra l’esecutivo di Mario Monti e i ‘saggi’ nominati dal Quirinale), ora ci si sposta invece verso un ‘governo politico’ nel quale, con un premier già vicesegretario del Pd, è probabile che Berlusconi chieda l’ingresso di nomi ‘pesanti’ del centrodestra, a cominciare da Angelino Alfano.

Ma i malumori ‘democrats’ sul nome di Giuliano Amato si placheranno davanti all’ipotesi di una ‘convivenza’ ufficiale con i rappresentanti più pretigiosi (ma anche più detestati dalla base del Pd) del partito del Cavaliere? È questo il vero interrogativo delle prossime ore ed è dunque probabile che il lavoro di Enrico Letta per formare il nuovo esecutivo non possa essere così rapido come era nelle intenzioni dello stesso Napolitano, facendo slittare la presentazione di una possibile lista dei ministri per il giuramento almeno sino a venerdì sera.

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