La Stampa il 3 giugno 1992: ‘Sì a Napolitano, sgambetto a Rodotà’

Roma, 20 apr. (LaPresse) – Non è la prima volta che Giorgio Napolitano e Stefano Rodotà si fronteggiano per le alte cariche dello Stato e vince Napolitano. Avvenne già nel 1992. Una impressionante pagina de La Stampa che risale al 3 giugno 1992 si apre con questo titolo: “Sì a Napolitano, sgambetto a Rodotà”. Fu il giorno in cui Giorgio Napolitano venne eletto presidente della Camera. “Una bufera politica scuote il partito di Occhetto”, recitava l’occhiello. “Il Pds otterrà oggi, molto probabilmente, la presidenza della Camera per Giorgio Napolitano con i voti di Dc, Psi, Psdi e Pri – si legge nell’articolo che anticipava una cosa che in effetti quel giorno avvenne – ma ha perso il suo presidente del partito e vicepresidente della Camera, Stefano Rodotà”. Rodotà infatti tra il 1991 e il 1992 fu proprio presidente del Pds, il partito nato dalle ceneri del Partito comunista, e che poi si trasformò in Ds e infine in Pd. “Il candidato ufficiale, presentato controvoglia dalla Quercia – raccontava il quotidiano torinese – è stato bocciato due volte lunedì e ieri è stato abbandonato a se stesso per altre due votazioni in cui lo stesso Pds ha scelto la scheda bianca. Rodotà ha preso atto delle manovre del suo partito e se ne è andato sbattendo la porta con una lettera di addio”.

E le parole di Rodotà sembrano pronunciate oggi: “La larghissima investitura ricevuta dagli elettori”, disse, “mi impone di riflettere”, “sul modo e sul dove continuare” a fare politica. E, riporta un articolo del Corriere della sera di quello stesso giorno, aggiunse: “Il senso politico di quel che sta avvenendo è sotto gli occhi di tutti. Si tratta di una partita con un finale annunciato da molti giorni, e del quale ero ben consapevole. L’ho giocata per vedere se era possibile prendere sul serio le molte cose che si dicono sulla nuova politica. Penso di aver dato un piccolo contributo alla politica in pubblico alla quale sono da sempre affezionato. A qualcuno non è piaciuto”.

“Di certo – prosegue il pezzo su La Stampa – la vicenda Rodotà è una bufera che scuote violentemente il partito di Occhetto già in serie difficoltà, ma che ha anche un illuminante significato politico più ampio che riguarda direttamente la formazione del prossimo governo. Perché il sabotaggio tacito del ‘radicaldemocratico’ Rodotà, realizzato dal Psi con l’acquiescenza di Dc e Pds, spiana la via al ‘migliorista’ Giorgio Napolitano, che, alla notizia della candidatura, si è commosso. E i ‘miglioristi’ sembrano ben disposti a fare entrare il Pdl in un governo forte con Dc e Psi”. Rifondazione comunista, il partito da una cui costola Nichi Vendola fondò Sel, non votò per Napolitano.

Il pezzo de La Stampa è disponibile online all’indirizzo http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0003/articleid,0832_01_1992_0150_0003_11653064. Quello del Corsera è su http://archiviostorico.corriere.it/1992/giugno/03/passa_Napolitano_Rodota_va_co_0_92060319075.shtml.