Roma, 18 apr. (LaPresse) – Franco Marini resterà in panchina fino al quarto scrutinio quando la soglia per l’elezione del presidente della Repubblica scenderà da 672 a 504 preferenze. Pd, Pdl e Lega hanno annunciato che voteranno scheda bianca al secondo e al terzo. Dopo di che, domani pomeriggio, contano di riuscire a far passare il loro candidato mettendo insieme tutti i rispettivi voti:
I NUMERI. Sulla carta Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani hanno alla Camera 390 grandi elettori e al Senato 198: in tutto 588 preferenze, a cui si aggiungono quelle della Lega, che sono altre 40. Si raggiungono così 628 voti. A questi vanno sottratti quelli dei deputati Pd, in gran parte i renziani, che non hanno intenzione di votare Marini: se fossero 100, il blocco pro-Marini avrebbe 528 voti, cioè più del necessario. A cui ancora si aggiungerebbero i voti di Scelta civica. Insomma alla quarta votazione Pd, Pdl e Lega dovrebbero riuscire comodamente a imporre il proprio candidato. Sulla base di questi calcoli hanno stabilito di non aprire trattative su altri nomi e di forzare, optando per la scheda bianca ai prossimi due giri, in attesa di vincere al quarto.
MARINI: “BATTAGLIA DURA”. Operazione alla quale il diretto interessato, Franco Marini, ha già dato il suo consenso: secondo quanto si apprende da ambienti vicini a Franco Marini avrebbe subito accettato la proposta. “E’ una battaglia dura e spero che il mio partito ritrovi una forte unità oggi”, aveva detto stamane, a poche ore dal voto.
NEL PD PIU’ DISSIDENTI DEL PREVISTO: ALMENO 132. Non è scontato tuttavia che l’operazione riesca. I dissidenti Pd, infatti, potrebbero essere più di quanti il vertice si aspettasse. In Transatlantico senatori e deputati democratici contano 132 schede perse per Franco Marini. Il conto è presto fatto: i voti per Sergio Chiamparino (41) e Giorgio Napolitano (10) sono tutti dei renziani a cui si aggiungono i 41 che ha preso Stefano Rodotà in più oltre a quelli di Movimento 5 Stelle e Sel. A questi si aggiungono le 40 schede bianche annunciate dalla fronda dell’Emilia Romagna. Un numero elevato, che potrebbe ancora crescere (in tutto sono state 104 le bianche) se si individuassero i nomi di tutti quelli che nell’insalatiera dell’aula di Montecitorio hanno lasciato il foglio candido.