Roma, 10 apr. (LaPresse) – È “cruciale tenere la guardia alta sulle finanze pubbliche. Da una parte essere tra gli Stati ‘virtuosi’ è la premessa obbligata per usufruire degli spazi che si stanno aprendo a livello europeo Dall’altra la riduzione del debito, che è ad un livello troppo elevato, è l’unica strada per ridurre i costi degli interessi ed evitare penalizzazioni da parte dei mercati finanziari”. Lo afferma il presidente del consiglio, Mario Monti, nella lettera riguardo il Documento di Economia e Finanza presentato oggi. E, prosegue Monti, “è più che mai necessario tenere ferma la barra delle riforme. L’Italia è oggi ancora molto distante dagli obiettivi che si è posta nel quadro della Strategia Europa 2020, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione, il sostegno alla ricerca e allo sviluppo e la riduzione della povertà. Gli andamenti della produttività sono insoddisfacenti. Non è quindi il momento di allentare la presa. Semmai occorre accelerare per non perdere altro terreno. Per tornare a crescere non ci sono ricette sostitutive alle riforme per la competitività e la produttività”.
Il premier uscente indica le in cui ritiene prioritario agire in futuro: “bisogna continuare sulla strada della revisione della spesa, della lotta all’evasione fiscale e nel processo di dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico, che deve essere più veloce, per assicurare margini per interventi di policy prioritari e allo stesso tempo garantire la regolare riduzione del debito”. Poi “il sistema fiscale deve essere rivisto in un senso più semplice e orientato alla crescita, avviando, quando possibile, la graduale riduzione del livello di pressione fiscale”. Nel mercato del lavoro è necessario “aumentare la partecipazione di donne e giovani, promuovere il decentramento della negoziazione salariale e ridurre il peso della tassazione. Formazione, ricerca e innovazione sono aree di debolezza su cui concentrare gli sforzi. La lotta alla povertà richiede uno sforzo determinato e un’attenzione prioritaria, pur in un contesto di risorse limitate. E’ necessario migliorare l’ambiente normativo per le imprese, e quindi l’attrattività per gli investimenti esteri, e l’accesso al credito”.
Secondo Monti vi sono alcune condizioni necessarie “per cogliere i frutti delle riforme e dei sacrifici”: “saper sfruttare le opportunità offerte da un quadro europeo oggi più favorevole agli investimenti per la crescita e l’occupazione” e mettere in atto “Una strategia che combini il rientro sostenibile dal debito eccessivo a riforme per rimuovere le barriere strutturali e stimolare la produttività e per riavviare gli investimenti pubblici produttivi”. “Le stime del Def – nota Monti – indicano che le riforme per la competitività e del mercato del lavoro porteranno a una crescita cumulata aggiuntiva del PIL di 1,6 e 3,9 punti percentuali nel 2015 e nel 2020, e fino a 6,9 punti percentuali in più rispetto allo scenario base nel lungo periodo. Questo porterà il nostro Paese ad avere una crescita potenziale di circa un punto di PIL superiore a quanto avrebbe potuto avere senza le riforme. E’ la spinta di cui il Paese ha bisogno per accelerare l’uscita da una crisi che dura da troppo tempo”.
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