Roma, 5 apr. (LaPresse) – Diventa sempre più acceso lo scontro all’interno del Partito democratico tra l’ala dei bersaniani e quella dei renziani, rinfocolato dal titolo apparso in prima pagina dell’Unità in edicola oggi. “No di Renzi al governo Bersani”, recita il titolo. Dura la reazione dall’entourage e dei politici vicini al ‘rottamatore’. Per Matteo Richetti sarebbe opportuno che il direttore dell’Unità Claudio Sardo lasciasse il suo incarico al giornale.”‘No di Renzi al governo Bersanii’ è esattamente il contrario della verità.- afferma Richetti-. È cioè del fatto che Matteo Renzi ha sostenuto e sostiene lealmente la decisione che Bersani sia la nostra indicazione a premier. Ha solo precisato che occorre fare in fretta. Voler dare di Renzi l’idea della persona inaffidabile e che sotto sotto non pensa quel che dice, ci rigetta nella propaganda. Di parte, nemmeno di partito”. “E allora – prosegue Richetti i casi sono 3. Tutti gravi. Se il titolo è ‘scappato’, Sardo farebbe bene a lasciare, non serve un direttore distratto. Se il titolo è voluto, Sardo farebbe bene a lasciare, non serve un direttore in malafede. Se il titolo è imposto o suggerito da altri, più contigui alle esigenze di partito ( e di parte), Sardo farebbe bene a lasciare, all’Unità serve un direttore”.
“Ricomincia la vergognosa propaganda dell’Unità e di Youdem contro Matteo Renzi”, ha tuonato il ‘renziano’ Roberto Reggi, aggiungendo: “Matteo non ha parlato di governissimo, ma di un patto costituente di 6 mesi da cui far nascere la terza repubblica. Un patto, anche con chi rappresenta 10 milioni di elettori, con cui cambiare la legge elettorale, sostituire il Senato con la Camera delle Autonomie, abolire le Province, abolire il finanziamento pubblico ai partiti ed occuparsi urgentemente dei drammmatici problemi che attanagliano le nostre famiglie e le imprese”. Di Traglia, portavoce del segretario Pier Luigi Bersani, ribatte così ai ‘renziani’ lanciatisi con affermazioni contro il direttore dell’Unità’: “Chiedere le dimissioni di un direttore perché non si concorda con un titolo è un atto grave. Si a critiche, no a censure”, ha scritto di Traglia su Twitter.
Ancora critiche alla direzione de ‘L’Unità’ da esponenti del Pd vicini al sindaco di Firenze: “La libertà di stampa è sacrosanta, non c’è dubbio. Ma è altrettanto sacrosanto esigere dai giornali un minimo di verità: il titolo di apertura di oggi del giornale del mio partito è una assoluta falsità. Renzi non ha mai detto ‘no’ al governo Bersani e lo ha dimostrato con i fatti. E questo è sotto gli occhi di tutti, tranne a quanto pare che dei giornalisti dell’Unità”, ha affermato in una nota Silvia Fregolent, deputata ‘renziana’ del Pd, alla sua prima legislatura.
Affondo di Ernesto Carbone, deputato del Pd, che attacca la direzione de ‘L’Unità’: “E’ questo lo stile de l’Unità? – scrive Carbone in una nota.- Già durante la campagna per le primarie aveva dato del ‘fascistoide’ a Matteo Renzi: oggi, con una palese falsità, sceglie un titolo assolutamente lontano dalla realtà e offensivo, anche nei confronti dei nostri elettori. A questo punto mi sembra naturale chiedere le dimissioni del direttore del giornale del mio partito”.