Roma, 29 mar. (LaPresse) – Giorgio Napolitano “si prende un momento di riflessione”. Con queste parole gli uomini dell’ufficio stampa del Quirinale mettono la parola fine alla lunga giornata di consultazioni ‘lampo’ annunciata ieri. Il vicolo cieco in cui era finito Pier Luigi Bersani dopo i colloqui da presidente incaricato, rischia di ‘intrappolare’ anche il capo dello Stato. L’unica novità della giornata è l’apertura del Pd. “Diciamo al presidente Napolitano – spiega Il vicesegretario Enrico Letta – che non mancherà il nostro supporto responsabile alle decisioni che lui prenderà”, anche se netto rimane il “no al governissimo”.

“Abbiamo ascoltato troppi no sul progetto Bersani, – ricorda Letta – noi vogliamo un cambiamento per il Paese”. Fermi sulle proprie posizioni tutti gli altri. Se, infatti, Silvio Berlusconi in mattinata conferma la disponibilità della coalizione di centrodestra a un governo politico “anche a guida Bersani” purché frutto dell’accordo tra le forze responsabili in grado di dare stabilità al Paese, immobile rimane anche il Movimento 5 Stelle, pronto a farsi carico della responsabilità di governare, ma contrario a qualsiasi ipotesi di “fiducia a governi di partiti o di pseudo tecnici”.

“Per loro è finita – tuona Beppe Grillo prendendo di mira partiti e giornalisti – realizzeremo i nostri 20 punti”. Convinti della necessità di un “Governo di larghe intese in grado di fare le riforme che servono al Paese”, invece, i rappresentanti di Scelta civica, “purché – sottolinea Andrea Olivero – non si arrivi a una grande contraddizione”. Assolutamente contrario al ‘governissimo’ Nichi Vendola: “La soluzione più idonea per uscire dal pantano – sottolinea – è conferire l’incarico a Pierluigi Bersani, cioè a chi ha incarnato la domanda di cambiamento che è prorompente nel Paese”.

Duro l’attacco del leader di Sel al Pdl: “Ondeggia – è l’affondo- tra vacui richiami alla responsabilità nazionale, l’assedio ai tribunali e la cospirazione vigliacca che ha portato a concordare le dimissioni del ministro Terzi”. ‘Congelata’ rimane intanto la posizione del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che nel pomeriggio ha lasciato Roma in direzione Piacenza. Domani, secondo quanto si apprende da fonti del Quirinale, la sala stampa del Colle aprirà le porte ai giornalisti intorno alle 10. Con ogni probabilità, quindi, in tarda mattinata il presidente della Repubblica, dopo il secondo giro di consultazioni, scioglierà le sue riserve.

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