M5S, processo al traditore: Nei prossimi giorni riunione su espulsioni

Roma, 18 mar. (LaPresse) – E’ processo al traditore nel Movimento 5 Stelle e si parla già di espulsioni. I grillini si sono riuniti nel pomeriggio alla Camera e al Senato per gli adempimenti legati alla formalizzazione dei due capigruppo, Roberta Lombardi e Vito Crimi. Ma a tenere banco è stata la vicenda legata al voto di alcuni senatori grillini per Pietro Grasso alla presidenza di palazzo Madama. “Nei prossimi giorni – annuncia la deputata del movimento 5 Stelle, Giulia Sarti, parlando con i giornalisti – ci sarà una riunione per decidere sull’espulsione o meno dei sei senatori che hanno votato Grasso, violando il regolamento del Movimento. C’è un codice etico che i candidati hanno firmato e non si tratta di andare contro la Costituzione”.

IL MECCANISMO. Il meccanismo di espulsione è regolato da un articolo del ‘Codice di comportamento eletti Movimento 5 Stelle in Parlamento’, che recita così: “I parlamentari del M5S riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l’espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza. L’espulsione dovrà essere ratificata da una votazione online sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch’essa a maggioranza”.

FUCKSIA: “C’ERA LIBERTA’ DI COSCIENZA”. Sulla questione non tutti sono così drastici: “Probabilmente anche Crimi, persona fantastica, non ha reso a Grillo al meglio, nella sua sintesi, la conclusione della discussione che c’era stata prima del voto al Senato”, dice la senatrice Serenella Fucksia. “La libertà di coscienza – spiega – era ammessa: siamo usciti dalla riunione con l’indicazione di base di scheda bianca, ma con possibilità di fare appello alla propria coscienza personale ed esprimere quindi un voto antimafia”. Però fa subito un distinguo: “Chi ha dichiarato con onestà e chiarezza un voto contro la mafia, chiaramente non a sostegno del Pd, mi stanno bene. Non escludo però che al di là di queste persone ci possano essere delle persone nel Movimento in totale cattiva fede. La mano sul fuoco su Vacciano non ce la metto, perché non si è espresso particolarmente ma poi ha fatto casino”.

VACCIANO: “MI DIMETTO SE LA BASE LO VUOLE”. Proprio Giuseppe Vacciano, uno dei sei che hanno votato Grasso, non ci sta a farsi mettere all’angolo, e si difende in una intervista a La Stampa dicendosi pronto a dimettersi da senatore “se la base lo vuole”, ma non perchè lo chiede Beppe Grillo, il cui parere “vale esattamente quanto quello di chiunque altro all’interno del Movimento”. “Se si cercano i colpevoli di altro tradimento ai principi del M5S – prosegue – uno l’avete trovato”. Vacciano motiva la sua decisione così: “Molti sono convinti che la scelta di non mantenere la distanza dalla casta sia stata sbagliata. Io credo che ci sia differenza tra un voto destinato a una carica istituzionale rappresentativa e un voto destinato a chi deve governare. E questo secondo voto, se dovessi rimanere in carica da me non lo avranno mai, nè Pd nè Pdl”.

GIARRUSSO: “NESSUNO SCAMBIO, QUESTIONE DI COSCIENZA”. Scende in campo anche Mario Michele Giarrusso, un altro senatore dissidente: “Non abbiamo fatto accordi o scambi con nessuno – spiega su Facebook – ma non siamo venuti a patti nemmeno con la nostra coscienza perchè per ognuno di noi c’è un limite invalicabile, oltre il quale non si può andare. L’elezione di Schifani alla seconda carica dello Stato era il limite che la mia coscienza mi impediva di valicare”. Con l’idea delle espulsioni bisogna andarci piano secondo Vito Petrocelli, anche lui senatore grillino. “Assolutamente no, non si espelle per queste cose”, ha detto oggi al programma di Radio2 ‘Un Giorno da Pecora’.

FUORI LA STAMPA. Le riunioni nelle due Camere sono iniziate rigorosamente a porte chiuse. “Questi sono nostri uffici quindi stampa via. Vi annuncio che ho dato disposizione di non farvi accedere al terzo piano”, ha detto Crimi a palazzo Madama. Terminata la parte a porte chiuse, la riunione dei deputati è proseguita in streaming.

GRILLO NOMINA I NUOVI CAPI DELLA COMUNICAZIONE VIA TWITTER. Mentre erano in corso le riunioni è arrivato l’annuncio di Beppe Grillo su Twitter: “I due gruppi di comunicazione per la Camera e il Senato del MoVimento 5 Stelle hanno da oggi, in qualità di consulenti, due coordinatori che si interfacceranno con i rispettivi capigruppo. Per la Camera, Daniele Martinelli, e per il Senato, Claudio Messora”. “Sono onorato dell’incarico ricevuto alla Camera nell’ambito della comunicazione del Movimento 5 stelle. Le congratulazioni vanno anche a Claudio Messora per l’incarico che lo attende al Senato”, scrive Martinelli. “Mi auguro – ha aggiunto – di adempiere al meglio al lavoro che ci attende”. Sarà tanto, e di responsabilità. Sarà un lavoro trasparente, onesto, umile, senza privilegi e all’insegna della spending review”. Martinelli ha poi ringraziato “Beppe (Grillo ndr) e tutto lo staff per la fiducia”.

GRILLO: “QUELLA DI GRASSO E’ STATA UNA TRAPPOLA”. Oltre alle due nuove nomine, Grillo lanciava i suoi strali dal blog: “Il M5S non deve cadere in queste trappole. La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore. I giochi erano già fatti per mettere in difficoltà il MoVimento 5 Stelle. Qualcuno, anche in buona fede, ci è cascato”. Per Grillo “lo schema si ripeterà in futuro. Berlusconi proporrà persone irricevibili, il pdmenoelle delle foglie di fico”.

Il problema comunque secondo Grillo non è Grasso né la sua elezione. “Se, per ipotesi, il gruppo dei senatori del M5S avesse deciso di votare a maggioranza Grasso e tutti si fossero attenuti alla scelta, non vi sarebbe stato alcun caso”, spiega Grillo che sottoliena come “in gioco non c’è Grasso, ma il rispetto delle regole del M5S”. Nel ‘Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento’ sottoscritto liberamente da tutti i candidati, “al punto Trasparenza è citato: Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S” ricorda l’ex comico. “Non si può disattendere un contratto. Chi lo ha firmato deve mantenere la parola data per una questione di coerenza e di rispetto verso gli elettori”, conclude il suo post.

RIUNIONE DEPUTATI – In serata si è tenuta la riunione dei deputati del Movimento in diretta straming, dalla Sala della Regina di Montecitorio. La dicitura della riunione recitava: ‘La graticola dei candidati per l’ufficio di presidenza della Camera’. Laura Castelli e Carla Ruocco si sono candidate alla carica di questore dela Camera. I deputati Riccardo Fraccaro e Claudia Mannino invece sono i due candidati del M5S per ricoprire il ruolo di segretario d’aula della Camera e Luigi Di Maio e Massimo Artini sono stati scelti come candidati a ricoprire il ruolo di vicepresidente della Camera.