Caso Ruby, sì al legittimo impedimento. Boccassini protesta

Milano, 18 mar. (LaPresse) – I giudici del processo Ruby hanno accolto l’istanza di legittimo impedimento presentata da Silvio Berlusconi e hanno respinto quello per i suoi legali Piero Longo e Niccolò Ghedini, entrambi parlamentari Pdl. Il processo, nel quale l’ex premier è imputato di prostituzione minorile e di concussione, è stato rinviato al 25 marzo prossimo. Saltano quindi le udienze del 20 e del 21 marzo, date che coincidono con consultazioni con il capo dello Stato per formare il nuovo governo e con l’iter della richiesta di remissione del processo a Brescia, su cui dovrà pronunciarsi la Cassazione.

Il collegio presieduto da Giulia Turri ha ritenuto che le riunioni per scegliere i capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato, fissate per oggi alle 11 e alle 14, costituiscano per il leader del Pdl è uno “dei passaggi fondamentali” e improcrastinabili dell’attività politica del nostro Paese. Proprio per questo è stato ritenuto “assoluto” l’impegno del senatore Berlusconi. Diversa è la questione per i due avvocati-parlamentari, Longo e Ghedini, che avrebbero potuto nominare sostituti processuali per l’udienza di oggi e per questo la loro assenza è stata ritenuta ingiustificata. Gli avvocati Filippo Dinacci e Giorgio Perroni, che hanno seguito tutte le udienze del processo che vede Berlusconi imputato per concussione e prostituzione minorile, sono stati revocati. Per questo, in udienza questa mattina come sostituto processuale c’era l’avvocato Alessandra Merenda, che ha rinnovato la richiesta di legittimo impedimento per il Cavaliere e i suoi legali depositata già sabato scorso in cancelleria.

Immediata la reazione del procuratore aggiunto Ilda Boccassini. La richiesta di rinvio da parte dell’ex premier e della sua difesa e lo slittamento ancora una volta della requisitoria, hanno provocato la durissima reazione del pm Ilda Boccassini. “Questo – ha detto – in uno Stato di diritto sarebbe un oltraggio, un vilipendio e un gesto di disprezzo nei confronti della Corte. Non sarebbe consentito in nessun altro Paese e non lo è nemmeno nel diritto italiano”. “Questo processo deve andare avanti – ha proseguito Boccassini – non siamo in presenza di un impedimento legittimo nè per l’imputato Berlusconi nè per i suoi difensori. Sono 34 anni che esercito la funzione di pm e non ho mai visto un atteggiamento come questo, salvo in questo processo. Bisogna consentire al pm, che in quest’ aula rappresenta lo Stato, di concludere la requisitoria”.

Immediata la reazione di Longo e Ghedini, che hanno diffuso una nota in cui definiscono “inaccettabili” i “toni e i modi utilizzati dalla dottoressa Boccassini stamane in udienza nel processo cosiddetto Ruby”. “Comunque – prosegue la nota – tale atteggiamento dimostra ancor più, se ve ne fosse bisogno, l’assoluta impossibilità di affrontare serenamente quel processo a Milano”.