Bruxelles (Belgio), 14 mar. (LaPresse) – Il premier Mario Monti non ha intenzione di restare nell’angolo e fa capire di essere pronto a discutere di Governo. Un Governo che si aspetta sia, per senso di responsabilità, “permesso” dal Governo 5 Stelle, pur senza una sua adesione diretta. Lo ha spiegato in conferenza stampa a Bruxelles, a margine del Consiglio europeo, prima di prendere l’aereo per tornare a Roma, dove domani sarà in Senato per l’elezione del presidente di Palazzo Madama.
“Scelta civica – ha esordito – con la sua presenza sta suscitando molta attenzione nel contesto delle trattative istituzionali in corso e contribuirà ad ancorare l’Italia a un cammino di riforme”. Ai cronisti che gli chiedevano quale sarà la posizione della sua formazione politica sul voto, ha spiegato: “A nostro giudizio la questione delle presidenze delle due camere va inserita nel contesto della prospettiva che intendiamo dare al Paese. Una forza che è nata dai riformatori non è intessata a partecipare a decisioni, pur condivise, sulla presidenza delle due Camere, se non si inseriscono in una strada per il Governo dell’Italia. Tocca ad altri delineare una impostazione, ma questi sono i criteri sulla base dei quali noi agiremo”. Poi ha aggiunto che occorre “individuare e condividere contenuti strategici per una attività di Governo, aperta a tutti quelli che hanno a cuore il futuro del Paese”, e che qualcuno, messaggio evidentemente indirizzato ai grillini, anche “non aderendovi, potrà permettere l’inizio di una esperienza di governo”.
Rispetto alla situazione italiana, ha poi spiegato il premier, i leader europei sono “molto più sereni di quello che sarebbero se l’Italia, che sta attraversando questa fase di incertezza, non fosse, come ormai è, una Italia con una finanza pubblica solidamente stabilizzata”. “Sono istintivamente sicuro – ha continuato Monti – che le soluzioni che saranno presto trovate per l’Italia diano segno, magari con modalità e stili nuovi, di una Italia che continua su questa strada e di una Ue che prende sempre più seriamente le elezioni, a volte critiche, che la storia di diversi Paesi porta con sè”.
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