M5S, a 24 ore da nomina smentite e retromarce per capigruppo

Roma, 5 mar. (LaPresse) – Smentite, precisazioni, retromarce. A 24 ore dalla loro ‘individuazione’ a maggioranza per alzata di mano (l’elezione vera e propria verrà formalizzata quando verranno costituiti i gruppi parlamentari) i capigruppo di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle Roberta Lombardi e Vito Crimi hanno già il loro bel da fare. E’ il futuro presidente dei grillini a palazzo Madama il primo a dover tornare sulle parole pronunciate ieri in conferenza stampa a Roma. L’assemblea a cinque stelle li ha appena insigniti del loro nuovo ruolo e lui, rispondendo ai giornalisti, pur escludendo ancora una volta una possibile fiducia del Movimento “a un governo di partiti”, ammette: “Qualunque proposta che sia alternativa noi la valuteremo”. Inevitabile pensare a un Governo tecnico. Pronta oggi, però, la precisazione: “Non ho mai parlato di appoggio a governo tecnico – scrive in un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo – l’unica soluzione che proponiamo è un governo del movimento 5 stelle che attui subito e senza indugio i primi 20 punti del programma e a seguire tutto il resto. Il nostro programma è chiaro ed è stato annunciato in tutte le piazze e in streaming”. Non manca poi una tirata di orecchie ai giornalisti: “Le nostre parole di ieri in conferenza stampa – spiega – sono state chiare e non lasciano dubbi.

Abituatevi a chi dice sì per dire sì, no per dire no, senza interpretazioni”.

Se la prende con la stampa e rimane “allibita dalle strumentalizzazioni in atto su una frase estrapolata da un post sul mio blog” anche Roberta Lombardi, futura capogruppo M5S alla Camera dei deputati. Sotto accusa finiscono infatti alcune sue parole sul fascismo pubblicate lo scorso 21 gennaio, tese a difendere l’apertura fatta da Grillo a Casapound: “Da quello che conosco di Casapound – scriveva – del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia. Quindi come si vede Casapound non è il fascismo ma una parte del fascismo”. Di più: “Sono 30 anni – aggiungeva – che fascismo e comunismo in Italia non esistono più. Invocarne lo spettro a targhe alterne è l’ennesimo tentativo di distrazione di massa”. E’ arrivata nella serata di ieri, ancora una volta sul blog, la precisazione: “Quella espressa era una analisi esclusivamente storica di questo periodo politico, che naturalmente condanno – scrive – Mi riferivo, facendo una analisi, al primo programma del 1919, basato su voto alle donne, elezioni e altre riforme sociali che sembravano prettamente socialiste rivoluzionarie e non certamente il preludio di una futura dittatura”.

In un post scrittum il chiarimento definitivo, e sarcastico: “Ho scritto ‘Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola’. Che, tradotto per chi non conosce l’italiano e l’uso della punteggiatura significa che reputo Casapound folcloristica (con i suoi saluti romani e con i suoi nostalgici rituali) E razzista E sprangaiola. Tutti giudizi negativi”, sottolinea. Il confronto tra il M5S e la stampa, insomma, non sembra iniziare nel migliore dei modi. Lombardi incassa il colpo e, su Twitter, avverte: “È partito l’assalto mediatico. Prima c’erano solo Beppe Grillo e Casaleggio da distruggere, ora hanno me e Vito Crimi. Venghino signori…”. E’ proprio Crimi però ad annunciare due giorni di silenzio: “In attesa di predisporre uno strumento per comunicare ufficialmente utilizzo questo – scrive su Facebook – Oggi e domani non risponderò a nessun giornalista”.