Milano, 4 mar. (LaPresse) – Il processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi è stato rinviato a venerdì 8 marzo. L’udienza sarà dedicata alla requisitoria del pm Antonio Sangermano, che dovrà ultimare la ricostruzione delle serate ad Arcore e del procuratore aggiunto Ilda Boccassini, che prenderà la parola venerdì esaminando da vicino la vicenda della giovane marocchina. L’11 marzo la parola passerà agli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini che per le loro arringhe hanno preannunciato che non intendono impiegare più di 2 udienze.
“Gli elementi di prova convergono univocamente ad attestare la responsabilità dell’imputato” ha esordito Sangermano. “La cena ad Arcore era un collaudato sistema prostitutivo per il divertimento di Berlusconi” ha proseguito Sangermano, secondo cui le serate si svolgevano in tre fasi con “un climax crescente” di intensità sessuale: la cena, la discoteca “che lo stesso imputato chiamava bunga bunga” con danze erotiche e spogliarelli, e “la fase in cui alcune ragazze si fermavano ad Arcore per rapporti a pagamento” e che erano il momento più ambito dalle ospiti.
“Ruby era parte integrante del sistema (delle cene ad Arcore, ndr) e come tale veniva retribuita in modo sproporzionato rispetto alle fedelissime che per questo si lamentavano” ha poi aggiunto Sangermano facendo riferimento ad una intercettazione del 18 ottobre 2010 in cui Nicole Minetti e Marystell Polanco commentano in compensi ricevuti per una serata e si lamentano che la giovane marocchina ha avuto una ‘busta’ con molto più denaro di loro e di altre fedelissime come Barbara Faggioli. Anche Nicole Minetti era “protagonista attiva delle serate di Arcore” e “svolgeva un ruolo particolarmente delicato nell’ambito del procedimento, compiendo ella personalmente atti prostitutivi prendendo denaro da Berlusconi” e “svolgendo un ruolo fondamentale ovvero l’attività di intermediatrice e agevolatrice dell’altrui prostituzione” ha spiegato Sangermano. Minetti “gestiva direttamente le abitazioni di via Olgettina per remunerare sistematicamente le ragazze che si prostituivano” nelle serate organizzate dal Cavaliere e della gestione degli appartamenti riferiva a Silvio Berlusconi, come è emerso da alcuni sms intercettati tra l’ex consigliera regionale e il Cavaliere. “La signora Minetti – ha aggiunto il pm – aveva perfetta consapevolezza della natura illecita delle azioni che compiva nell’interesse dell’imputato”, del fatto che favorisse la prostituzione e che Ruby fosse minorenne.
Il “circuito prostitutivo” messo in piedi per le serate organizzate da Silvio Berlusconi ad Arcore era “organizzato” da Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede. Quello organizzato per soddisfare l’ex presidente del Consiglio era un “complesso sistema prostitutivo”, spiega il pm, in cui le ragazze venivano “remunerate per gli atti sessuali compiuti o con denaro, o con benefit o con prospettive di inserimento professionale”. A contattare nuove ragazze da “immettere nel circuito” erano Lele More, Emilio Fede ma anche la stessa Nicole Minetti che in un’occasione voleva far partecipare anche una sua amica, come e’ emerso dalle intercettazioni, definita “bella ragazza e soprattutto discreta”.
Le giovani ospiti di Silvio Berlusconi erano “in ansia… per restare a dormire ad Arcore”. Le ragazze entravano in “competizione” tra loro, che emerge dalle intercettazioni” per prendere parte alla “terza fase” delle cene di Arcore. A dimostrarlo c’è un’intercettazione tra Nicole Minetti e Barbara Faggioli che dicono che Berlusconi ha “perso la testa” per Roberta Bonasia “con riferimenti alla sfera intima, cioè al gradimento che la Bonasia riceveva da Berlusconi” e “con recriminazioni sulle scelte fatte delle persone da tenere a dormire e agli emolumenti”.
Al termine dell’udienza, l’avvocato difensore di Berlusconi, Niccolò Ghedini, ha detto che Sil Cavaleire ha continuato ad “aiutare” le ragazze che hanno preso parte alle feste di Arcore con 2500 al mese anche dopo l’inizio del processo Ruby “alla luce del sole”. “E’ particolare che una persona non possa dare un’aiuto ad un’altra solo perché quest’ultima è testimone”, ha aggiunto Ghedini che ha fatto l’esempio di una segretaria chiamata a testimoniare contro il suo datore di lavoro, che deve essere comunque pagata. Il fatto che Berlusconi “aiutasse” le ragazze era “una cosa nota alla Procura da un paio d’anni”. Nel corso della sua requisitoria, il pm Antonio Sangermano aveva invece parlato di “gravi anomalie” riguardo ai mensili che Berlusconi continua a dare alle sue giovani ospiti. Ai giornalisti che, al termine dell’udienza, gli hanno chiesto se Silvio Berlusconi sia stato iscritto nel registro degli indagati per questi episodi, il pm si è limitato a rispondere: “Non dico nulla”.