Roma, 2 mar. (LaPresse) – L’ultimo (e ormai definitivo) no a una propria ricandidatura, pronunciato ieri da Giorgio Napolitano, propone in maniera netta la questione Quirinale, in un quadro politico estremamente confuso e privo (almeno al Senato) di una vera maggioranza politica. Si tratta infatti di un problema (chi sarà il futuro presidente della Repubblica?) che riguarda proprio l’attuale assetto istituzionale della politica italiana, così come è emerso dal voto dello scorso weekend: se Napolitano si trova nel ‘semestre bianco’ e non può più sciogliere le Camere, il nuovo presidente invece potrebbe essere chiamato a farlo addirittura pochi giorni dopo la sua elezione (Napolitano scade il 15 maggio prossimo). Una situazione nella quale si muove adesso chi sostiene la tesi della necessità di una “discontinuità” che porti alla scelta di un “non politico” e, magari, di una donna pronta a salire al Quirinale – per la prima volta – per una “presidenza al femminile’. E proprio su questo fronte, dopo i nomi già indicati nelle settimane scorse, quelli della radicale Emma Bonino e di Anna Finocchiaro del Pd, nelle ultime ore si sta facendo strada quello di una vera e propria outsider, che sarebbe però gradita sia all’entourage di Napolitano, sia ad alcuni settori del Pd e del Pdl: si tratta del ministro dell’Interno del governo Monti, il prefetto Anna Maria Cancellieri.
Un nome che ha cominciato a circolare a metà della settimana scorsa, in un empasse istituzionale segnato sino a poche ore fa da una possibilità caldeggiata anch’essa da ambienti vicini soprattutto a Mario Monti, a una parte del Pd e a chi nel Pdl fa riferimento ai “buoni consigli” di Gianni Letta: una “proroga” proprio dello stesso Napolitano, magari con una rielezione legata a un mandato a termine che prevedesse le dimissioni dell’attuale presidente entro due anni. Tra i “montiani”, poi, una tale scelta era vista anche come un eventuale viatico al fatto che alla “proproga” del Quirinale potesse seguire un’analoga “proproga” del governo tecnico, capace di superare la mancanza di una maggioranza assoluta in uno dei due rami del Parlamento. Il no del presidente uscente, però, ha fatto chiarezza su questo improbabile scenario e adesso gli stessi play maker di quella difficile “proroga” hanno cominciato a lavorare alacremente attorno al nuovo progetto: un presidente-donna e fuori dai giochi politici. Così, il nome del ministro Cancellieri ha cominciato a prendere quota in molte consultazioni riservate, prima ancora dei discorsi e delle trattative su chi potrebbe essere il nuovo presidente del Consiglio. A raccogliere consensi attorno al suo nome, anche all’interno dello stesso Pdl, sarebbe infatti il profilo della dottoressa Cancelieri, la sua provenienza dalla carriera dei prefetti e l’indubbia neutralità dimostrara durante il suo mandato al Viminale:, in particolare, durante la gestione delle ultime elezioni.
A cominciare da quel lunedì 25 febbraio, quando il ministro ha reagito – con molta calma, ma assoluta determinazione – alla richiesta di Angelino Alfano di bloccare lo spoglio e di riaprire i conteggi, vista l’esigua distanza di suffragi tra centrosinistra e centrodestra alla Camera. Un gesto, quello di Alfano, che non ha convinto gli ambienti più moderati del Pdl i quali, invece, hanno apprezzato (e molto) il comportamento del ministro. Anna Maria Cancellieri, 70 anni, è prefetto e ha percorso tutta la carriera dei funzionari del ministero dell’Interno (sino a divenirne titolare, nel governo Monti,il 16 novembre 2011, seconda donna a raggiungere quella carica, dopo Rosa Russo Jervolino).Lauretasi in Scienze Politiche alla Sapienza di Roma, Cancellieri è entrata nel 1972 nell’amministrazione del Viminale. È prefetto dal 1993, e ha svolto le sue funzioni a Vicenza, Bergamo, Brescia, Catania, Genova, Parma e Bologna. Dal 17 febbraio 2010 al 24 maggio 2011 è stata nominata commissario prefettizio a Bologna.