Elezioni, stallo al Senato si interseca con scadenza Napolitano

Roma, 25 feb. (LaPresse) – Se, come sembrano indicare le proiezioni sui seggi del Prossimo senato, la ‘camera alta’ italiana presenterà uno stato di vera e propria ingovernabilità, la difficile sistuazione politica del Paese e il probabile lungo stallo attorno al tentativo di dare un governo all’Italia, si incrocerà con un ‘vuoto istituzionale’ molto delicato. Il 15 maggio prossimo, infatti, scadrà il mandato del presdiente della Repubblica Giorgio Napolitano il quale dovrà tentare di dare un incarico a una qualche personalità in grado di tentare di formare un esecutivo. Ma se ciò non accadesse, non potrebbe sciogliere le Camere (o anche solo il Senato, dove non esiste una maggoranza) e chiamare di nuovo il Paese alle urne, poichè si trova nella fase del cosiddetto “semestre bianco”.

A questo punto si dovrà prima procedere all’elezione di un nuovo presidente della Repubblica (con delle difficoltà anche in questo caso di trovare una maggioranza qualificata, come previsto dalla Costituzione, nelle due Camere in seduta unica e con l’integrazione dei rappresentanti delle regioni). Se poi anche tali votazioni si dovessero protrarre a lungo, Sarebbe necessario che il presidente del Senato (la seconda carica dello Stato) assumesse il ruolo di capo provvisorio dello Stato. Ma riuscirà un Senato senza una vera maggioranza a trovare un accordo per eleggere il proprio presidente? Se ciò non avvenisse, la carica di capo provvisorio dello Stato spetterebbe al presidente della Corte Costituzionale (la terza carica dello Stato).

Il dato più certo, però, resterebbe quello di un Paese in grave crisi di gorvernabilità e con in più un ‘intoppo istituzionale’ che vedrà scomparire dalla scena Napolitano, il regista della difficile crisi cominciata il 12 novembre 2011 con le dimissioni di Silvio Berlusconi e il varo del governo Monti.