Roma, 22 feb. (LaPresse) – Con un colpo di scena degno di Silvio Berlusconi, Mario Monti, nell’ultimo comizio prima del silenzio elettorale, alla tribuna della Rai, ha lanciato una nuova grande promessa: una riforma del fisco grazie alla quale “il costo di assumere stabilmente un nuovo lavoratore scende di 2.000 euro, con uno sgravio di circa il 10%, mentre ogni lavoratore avrà 100 euro in più al mese”. Per raggiungere questi obiettivi, Monti ha spiegato di avere intenzione di “rendere deducibile per i datori di lavoro il costo del lavoro dalla base imponibile dell’Irap”, e “per i lavoratori proponiamo di fiscalizzare integralmente gli oneri contributivi”. Inoltre Monti ha parlato di “sgravi per i primi tre anni” per “moltiplicare i contratti di apprendistato”.
Monti ha spiegato che la riforma costerà “6-7 miliardi a regime”. Perché farla proprio stasera? “Perché ieri non potevamo farla”. Con i dati diffusi stamane dall’Ue sulle stime di crescita e sui conti pubblici dell’Italia, ha spiegato, “oggi possiamo farla e possiamo chiedere a Bruxelles, per questo piano, uno scostamento temporaneo dal nostro obiettivo di deficit se necessario”. Monti ha poi assicurato che “non occorrerà una nuova manovra. Lo annuncio al mio successore, chiunque sia e lo annuncio a me stesso se dovessi essere io”.
E poi ha attaccato, con una certa irrisione, Berlusconi: “Berlusconi – ha detto – sostiene che le istituzioni internazionali gli hanno dato degli ordini. A me queste istituzioni non hanno mai dato alcun ordine e alcuna imposizione. Immagino stato di stordimento in cui si trovassero quando hanno ricevuto quegli ordini. A me non li hanno dati dopo, e non li avrei assolutamente accettati. Una cosa sono le indicazioni generali, altro sono questi trattamenti da paziente pericoloso. La Bce lo fece perché pagava l’acquisto dei titoli italiani e voleva l’Italia uscisse da quella situazione”.
A un passo dal voto, però, ha fatto anche una apertura sulla questione della eventuale alleanza col centrosinistra e con Vendola, che da “impossibile” come è sempre stata nelle ultime settimane, è diventata “allo stato attuale quasi impossibile”. “Del resto – ha spiegato – lo ha ripetuto anche lo stesso Vendola, che mi sembra molto preoccupato di questa eventualità”. Come dire, le riconciliazioni si possono fare solo in due.
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