Firenze, 22 feb. (LaPresse) – L’Italia ha bisogno di nuovo Rinascimento per ripartire: è ora di dire basta “a un ventennio perduto” con una classe politica “inamovibile” che offre promesse senza chiedersi “se sia possibile” mantenerle. Mario Monti sceglie Firenze per chiudere la sua campagna elettorale e il filo rosso del suo intervento al teatro La Pergola è la necessità di dire addio alla vecchia politica per lasciare spazio a una “rinascita” della società civile che riecheggi il secolo d’oro del capoluogo toscano. Un leit motiv che ha accompagnato la sua salita in campo fin dall’inizio e che il leader di Scelta civica ribadisce con più forza davanti a centinaia di sostenitori. Il voto utile, spiega il professore, è quello per il suo movimento perchè la sinistra è “ancora prigioniera di gabbie ideologiche e di un’idea antica del Paese e del mondo”, mentre la piazza di Beppe Grillo è fatta solo di protesta, senza proposte e gli italiani “non si consegneranno” a “chi ha dimostrato di non accettare il dibattito, la critica e il confronto democratico”.
Il rischio, insiste, è che chi protesta dovrà ritornare ancora più arrabbiato in piazza, con scenari simili a quelli greci, ma il professore è sicuro: “A chi dichiara di bombardare le istituzioni e di dichiarare guerra all’Europa, rispondo che non riuscirà”. Il senatore a vita non risparmia neppure il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, giudicato “immoderato” e avverte: “Chi voterà illuso da promesse false, dovrà rimpiangere di aver dato quel voto perchè quelle promesse erano false”. Alle proposte sull’Imu del Cavaliere, il professore risponde con un “pacchetto d’urto” che prevede il raddoppio degli asili nidi, un nuovo contratto a tempo indeterminato flessibile e un taglio al costo del lavoro. Misure, precisa Monti, che non sono “una promessa elettorale”; ma “un impegno” che può prendere dopo i risultati conseguiti con l’opera di risanamento dei conti pubblici del suo governo.
E sono proprio i dati sull’economia italiana, resi noti oggi dalla Commissione europea, a costituire l’asso nella manica del professore: “L’Italia è fuori dalla tempesta e uscirà dalla recessione a partire dalla metà del 2013”. Ottimismo che spinge Monti ad affermare che ora il Paese ha “le carte in regola” per chiedere a Bruxelles “un po’ di disavanzo pubblico” qualora fosse necessario.
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