Roma, 22 feb. (LaPresse) – “Lavoro al centro, questo è il problema numero uno degli italiani. Ogni intervento, anche sul fisco va tarato chiedendoci quanti posti di lavoro in più può dare”. E’ tornato sul suo cavallo di battaglia Pier Luigi Bersani alla tribuna elettorale su Rai 2, comizio conclusivo della campagna elettorale, spiegando che “in questi anni abbiamo abbassato la guardia sull’economia reale senza riavviare la quale non rimettiamo a posto neanche i conti pubblici. Questo è il centro del problema”.
Bersani ha sottolineato che nel caso in cui il centrosinistra non abbia la maggioranza al Senato “escludo una sola cosa: che pensiamo di risolvere con dei governissimi”. “Credo – ha aggiunto – che non sia una soluzione pensare che nell’eventualità ci mettiamo tutti assieme e facciamo di nuovo una grande coalizione. Con questo limite, uno che ha la maggioranza relativa va in parlamento e butta giù la sua proposta. La nostra è moralizzazione, sobrietà della politica, norme di civilizzazione e lavoro. E lì ognuno si assume le sue responsabilità, chi ci sta ci sta. Comunque non credo che andrà così. L’elettorato sta facendo una riflessione, non siamo di fronte a bambini”.
A chi gli chiedeva se Vendola non potrebbe far finire il suo Governo come Bertinotti fece con Prodi, ha risposto: “Prodi cadde per Mastella, anche se Bertinotti ci mise il suo contributo. All’epoca erano 12 formazioni politiche e non c’era il Pd. Oggi c’è il Pd e abbiamo fatto un patto che disciplina anche i casi in cui non si sia d’accordo. La nostra coalizione reggerà, è stata fatta davanti a 3 milioni e 200mila notai, sono le altre coalizioni che le hanno fatte in una stanza”.
Poi ha parlato di Beppe Grillo. “Io – ha detto – non ce l’ho con chi va in piazza con Grillo. Io ce l’ho con Grillo. E’ inutile che mi insulti. Sono figlio di un meccanico e con me trova duro”. “Ieri sera – ha raccontato – ho incontrato in birreria per due ore dei giovani che votano Grillo. La conclusione è stata che devono fare attenzione alla democrazia. L’uomo solo al comando, comunque vestito, non lo accetto. Su questo il Pd sarà inflessibile. Se no si finisce con le macerie e questo Paese ne ha già viste troppe. Solo i miliardari campano sulle macerie. La povera gente ci rimane sotto. Voglio bene ai ragazzi Cinque stelle. Ma di Grillo non mi impressiono”.
E ha concluso, sfruttando il suo minuto conclusivo di appello agli italiani in questo modo: “Vorrei dedicare questo minuto alla Costituzione. Prima di tutto all’articolo 1 e a Giuseppe, disoccupato di Trapani che si è ucciso con in mano la Costituzione. E all’articolo 3: quella ragazza figlia di immigrati che studia con mia figlia è una italiana. Ci risolleveremo dai guai che abbiamo se saremo all’altezza della nostra Costituzione”.