Roma, 21 feb. (LaPresse) – Per Mario Monti il vincitore delle elezioni più pericoloso è “Grillo”. Così risponde il premier dimissionario e leader di Scleta Civica Monti a Giovanni Floris sul Corriere.it.
“ITALIA POTREBBE ENTRARE IN STATO CATASTROFICO”. “Grillo – spiega Monti – esprime le preoccupazioni che io esprimo. Io sono così insoddisfatto della politica bipolare e tradizionale quanto le piazze di Grillo. La differenza è che lì c’è la protesta come da noi, ma stento a vedere la proposta che possa migliorare l’Italia. Le persone che votano Grillo e voterebbero sì a un referendum sull’uscita dell’Italia dall’euro, poi dovrebbero riempire delle piazze ancora più grandi per protestare contro lo stato catastrofico in cui l’Italia entrerebbe. Ci vogliono proteste ma anche proposte. Chi le può fare? Forse Ingroia o Giannino. Forse in modo più credibile Scelta civica”.
“VITTORIA BERLUSCONI SAREBBE PREOCCUPANTE, ITALIANI TROPPO TOLLERANTI”. “Sarebbe molto preoccupante anche la vittoria di Berlusconi” perché indicherebbe la “tolleranza degli italiani verso un basso livello”, ha continuato il premier, specificando di non riferirsi alle vicende private del suo predecessore, “che non giudico”, ma al fatto che “le sue politiche non danno né la sostanza né l’immagine di uno stato leggero e liberale, e neanche equo e rigoroso, che dia peso alla lotta all’evasione fiscale e alla corruzione”.
“A GIANNINO AUGURO DI NON PERDERE VOTI”. Poi Monti è intervenuto anche sulla vicenda che ha travolto il leader di Fare, Oscar Giannino: “A Giannino – ha detto – auguro che questa disavventura non gli porti via dei voti”. A Giovanni Floris che gli chiedeva se non tema che quei voti persi da Giannino non possano andare a Silvio Berlusconi, ha risposto: “Non sta né in cielo né in terra che vadano a Berlusconi. Molti simpatizzanti di Giannino – ha detto – dove trovano il second best, la cosa più vicina a loro in senso più liberale? In Scelta civica. Gli auguro di non perdere voti – ha aggiunto – ma sono convinto che dovrei augurargli il contrario, perché i voti che escono da là non possono che arrivare da noi”.
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