Monti: Se sarò di nuovo premier ridurrò Imu nel 2013, poi Irap e Irpef

Roma, 28 gen. (LaPresse) – Mario Monti annuncia tagli su Imu, Irap e Irpef, dando una sterzata alla campagna elettorale e riportando così il dibattito elettorale dalle polemiche sul caso Monte dei Paschi al tema scottante dell’imposizione fiscale e del lavoro. Nello stesso tempo, il premier non rinuncia al suo gusto per i paradossi politici e spiega: “Se si tornasse al 1994, tra Occhetto e un ancora sconosciuto Berlusconi, rivoterei per il cavaliere. Oggi però sono profondamente deluso, ma non pentito della scelta di allora”. Tasse e politica, dunque. Monti ne ha parlato questa mattina durante la trasmissione ‘Omnibus’ su La7. L’esordio è proprio sull’Imu e il premier annuncia subito l’intenzione, se sarà ancora lui a governare, di attuare una riduzione entro il 2013: “Lo faremo accrescendo la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro – spiega – introdurremo poi anche delle detrazioni, tra i 100 e i 200 euro, legate alla presenza di figli o di anziani nel nucleo famigliare, arrivando a un tetto di 800 euro in meno. Il costo stimato di queste misure è pari a 800 milioni di euro, e la copertura per questo minore introito sarà assicurata con la riduzione della spesa sul debito, che sarà pari a 3 miliardi già entro quest’anno”.

Nel programma di Monti, però, ci sono anche altri tagli consistenti: “L’Irap sarà dimezzata entro la fine della prossima legislatura nel 2018, per un totale di imposte in meno per 11 miliardi di euro in cinque anni, con particolare attenzione alle Pmi. L’intento è preciso: favorire le imprese e il lavoro. Per quanto riguarda l’Irpef, dal 2014 vogliamo ridurre il peso dell’imposta per quanto riguarda i redditi medio-bassi, grazie all’aumento delle detrazioni per i carichi familiari, per un totale di 15,5 miliardi di euro in meno entro la fine della legislatura”. Una manovra fiscale che secondo il premier, soprattutto per quanto riguarda Irap e Irpef, “va addirittura oltre le proposte di Confindustria, al cui progetto per l’Italia abbiamo sempre guardato con interesse”.

La citazione dell’Imu è stata anche l’occasione per Monti di ritornare sul caso Monte dei Paschi: “Chi dice che con i soldi dell’Imu sulla prima casa abbiamo pagato i debiti del Monte dei Paschi, dice una balla – ha replicato – il prestito a Mps nasce per tutelare i correntisti, non per sostenere i banchieri. Non credo di essere uomo dei poteri forti e dubito che esistano. In Italia ce ne sono pochi, nel mondo invece ce ne sono molti. L’unico potere che vorrei forte in Italia è la politica”. Dopo, Monti è tornato a parlare di politica, ribadendo la sua scelta per Berlusconi di 19 anni fa e la sua profonda delusione odierna: “A Berlusconi, nel 1994, dissi sì quando mi propose la nomina a commissario europeo. Ma non è un marchio indelebile, anche perché, nel 1999, fu D’Alema a riconfermarmi. Non vedo possibilità di alleanze con Silvio Berlusconi, mentre penso che ci siano molti elettori del Pdl delusi: la rivoluzione liberale e federalista che era stata loro promessa non si è mai avverata. Credo, però, che il nostro programma vada incontro a molte delle esigenze di iniezioni di ‘cose liberali’ in Italia, un desiderio frustrato proprio degli elettori di Berlusconi. Io intendo avere a che fare con questo popolo”. Infine, anche una battuta sulle voci che lo indicano come il futuro presdente della Repubblica per il dopo-Napolitano: “Io al Quirinale? Se fosse stato un mio obiettivo, mi sarei regolato altrimenti. La scelta del nuovo presidente dipende da altri, non da me”.