Roma, 26 gen. (LaPresse) – “L’amministrazione non poteva avere influenza su questa gara, il potere d’influenza da parte nostra era zero”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in merito alla vicenda della presunta maxi-tangente da 600mila euro incassata dalla sua segreteria nell’ambito di una commessa per la fornitura di 45 bus al Comune.
E’ SPECULAZIONE POLITICA. “Non capisco – ha aggiunto – come sia possibile costruire una speculazione politica rispetto a un’affermazione confusa di una persona in merito alla segreteria di Alemanno. In che modo questa segreteria poteva influenzare questa gara? Non c’era nessuno strumento tecnico per farlo, non poteva avere alcuna influenza”.
ESTRANEITA’ DEL COMUNE. Il primo cittadino della capitale ha poi spiegato che su questa vicenda “il Comune di Roma e Roma Capitale non possono c’entrare nulla”. Alemanno invita, quindi, a lasciare “lavorare la magistratura, ma bisogna evitare di trasformare tutto questo in una battaglia mediatica”. “Quello che chiedo – ha proseguito – è di avere quella prudenza che permetta di non trasformare ogni vicenda in un polverone mediatico. Chiunque può dire, millantare e fare qualsiasi cosa usando questo o quel nome, ma è inaccettabile usare il nome della nostra amministrazione comunale, di Alemanno, dei suoi collaboratori, per rimbalzare sui giornali. E’ inaccettabile”.
LE CARTE. “Quando si parla di un coinvolgimento di un’amministrazione su un appalto – ha aggiunto il primo cittadino – sostanzialmente ci si basa su due, tre elementi fondamentali e questi tre elementi sono il bando di gara, la commissione di gara e l’appalto”. Alemanno ha spiegato che tutti e tre gli elementi sono antecedenti alla sua elezione a sindaco. “Il bando di gara – ha sottolineato – viene pubblicato sulla Gazzetta europea il 23 gennaio 2008 e sulla Gazzetta ufficiale il 28 gennaio 2008, quando la nostra amministrazione non c’era, non si erano ancora svolte le elezioni e tutto si poteva pensare meno che potessi vincere io”.
“Poi – ha proseguito – la presentazione delle offerte, in busta chiusa, c’è stata alle ore 12 del 28 aprile 2008, quando non era ancora cominciato lo scrutino delle schede e nel pomeriggio viene nominata la commissione di gara, quando lo spoglio era in corso”. Poi Alemanno ha parlato della vicenda della e-mail dell’imprenditore Edoardo D’Incà Levis, “pubblicata su vari giornali in cui stabiliva già l’ammontare delle tangenti e a chi darle”. “Questa mail – ha precisato il sindaco – era datata 10 aprile”
MI RICANDIDO. Il sindaco ha detto di avere “il sostegno del Pdl e di tutto il centrodestra” e ha confermato di volersi ricandidare perché “non tornerò indietro per colpa di questa confuse affermazioni”. In serata è arrivato anche il commento di Berlusconi sulla vicenda. Per l’ex premier “ancora una volta una Procura interviene nella campagna elettorale. L’inchiesta di Roma sui bus appare come l’ennesimo caso di giustizia ad orologeria”. “Vengono diffusi verbali a meno di un mese dal voto – aggiunge il leader del pdl – con la sinistra che subito cavalca l’onda giustizialista. Ma questa irruzione nella competizione elettorale non deve e non può mettere in difficoltà il sindaco Alemanno, perché i cittadini hanno imparato a valutare il peso reale di certi interventi e a scegliere sulla base dei valori, dei contenuti e delle capacità di governo”.
Sostegno ad Alemanno anche da parte del segretario del Pdl, Angelino Alfano. “Siamo a fianco del sindaco di Roma” dice, puntualizzando che “nessuna campagna di veleni, di sospetti, di accuse ventilate e non provate, potrà sostituirsi a una sana campagna elettorale che noi affrontiamo sui contenuti, sulle reali necessità del territorio, nell’esclusivo interesse della gente. Le accuse della sinistra suonano, pertanto, strumentali”.
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