Torino, 26 gen. (LaPresse) – “Desidero condividere con voi la preoccupazione per la perdurante drammaticità della situazione carceraria”. Così il ministro della Giustizia, Paola Severino, all’inaugurazione dell’anno giudiziario stamane al tribunale di Torino. Dopo aver ricordato che la “strada intrapresa” con le “innovazioni legislative varate è quella giusta”, il ministro ha segnalato il “rammarico per la mancata approvazione delle delega in materia di pene detentive non carcerarie, che certamente avrebbe lasciato un primo, importante segno della giusta direzione”. “Il mio augurio è che il prossimo governo possa continuare su questa via”, ha concluso.
Il ministro ha poi parlato della ristrutturazione delle piante organiche: “Attendiamo con fiducia nelle prossime settimane il parere del Consiglio superiore della magistratura sulla nuova distribuzione degli organici, disponibili ad operare tutte le correzioni che vorrà suggerire”, ha detto, riconoscendo che il distretto torinese è quello “maggiormente inciso dalla riforma della geografia giudiziaria, un intervento di imponenti proporzioni”. Poco prima il presidente della Corte d’appello di Torino, Mario Barbuto aveva spiegato che quello attuale “è un momento di sofferenza e incertezza quello che stiamo vivendo per le piante organiche. In queste settimane – ha aggiunto – l’atmosfera non è delle migliori tra magistrati e avvocati, a Torino come in tutto il distretto. La proposta di rideterminazione delle piante organiche degli uffici giudiziari di primo grado formulata dal ministero ha provocato uno schock. Il distretto del Piemonte-Valle d’Aosta sarebbe destinato a perdere 36 magistrati, di cui 25 giudici e 11 pm. Non può lenire il nostro disagio la notizia che analogo sacrificio sia previsto per altri grandi tribunali come Milano, Palermo e Roma”.
Severino è tornata anche sul tema delle toghe in politica. “Non esiste nessuna polemica” sui candidati magistrati, ha detto. “La stessa magistratura propone comunque – ha aggiunto – una normativa in questo settore che in qualche modo funzioni da cuscinetto tra il momento dell’entrata e il momento dell’uscita. Non credo che in questo così breve scorcio il governo riesca a provvedere ma credo che questo sia uno dei progetti fortemente condivisi su cui potranno lavorare il prossimo parlamento e il prossimo governo”.
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