Il gotha della cultura contesta i ministri e applaude solo Napolitano

Roma, 15 nov. (LaPresse) – Contestazioni per i ministri, applausi per il presidente della Repubblica. Agli stati generali della cultura, organizzati da Il Sole 24 ore, la platea del teatro Eliseo di Roma ha riservato interruzioni e toni non proprio ovattati mentre per il capo dello Stato è stato un crescendo di applausi. Nessuno dei membri del governo dei professori intervenuto è stato risparmiato: da Lorenzo Ornaghi a Fabrizio Barca, passando per Francesco Profumo, tutti e tre sono stati interrotti dai rimbrotti della platea di cittadini, docenti, ricercatori, studenti e operatori del mondo della cultura. “Ministro – è partita una voce interrompendo il titolare del discastero dei Beni Culturali – lei parla come un economista, perche non parla come un ministro della cultura? Non ne possiamo più di parole, siamo allarmati”. “Non parlo da economista, non ho mai fatto l’economista in vita mia. Se non ci rendiamo conto dei fatti facciamo chiacchiere, come stiamo facendo in questo momento. Non si può dire che questo governo non abbia fatto nulla per la cultura”, ha risposto Ornaghi piccato e visibilmente alterato, prima di proseguire il suo intervento. Dopo Ornaghi è toccato anche al titolare della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, che dal palco, a caldo, ha subito reagito: “Vedo un’effervescenza simile a quella che ho incontrato nel Sulcis non so se usciremo anche da qui in elicottero. Ma è un’effervescenza positiva perché credo che l’Italia sia tornata a domandare”. Poi è stata la volta di Francesco Profumo, titolare dell’Istruzione, al quale una ragazza dalla platea ha urlato: “voglio sapere del mio presente, non del mio futuro. Sono preoccupata ora”. Le contestazioni hanno poi lasciato posto agli applausi quando sul palco è salito il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che rivolgendosi alla platea ha esordito così: “Ho assistito a tante interruzioni e pazienze. Sapete io ho fatto nel passato il comiziante e ci sono abituato, anche se oggi faccio un altro mestiere”. Il capo dello Stato ha incassato altri applausi quando ai ricercatori presenti all’Eliseo ha rivolto l’invito a far valere “la vostra legittima preoccupazione, le vostre proteste ma con il massimo sforzo di razionalità e responsabilità perché solo così potremo portare la cultura avanti e il Paese fuori dalla crisi”. Il picco di applausi Napolitano lo ha incassato quando ha difeso il settore della cultura dalla logica dei tagli lineari definendo la tutela del settore come “una scelta di fondo trascurata” perché del settore “esiste in Italia, e non da ieri ma da decenni, una sottovalutazione clamorosa da parte delle istituzioni rappresentative della politica, del governo, dei governi locali ma anche della società civile”.